Sono trascorsi cinque anni da quel terribile giorno in cui Alex Zanardi fu vittima del drammatico incidente in handbike, durante una gara di beneficenza sulle strade della Toscana. Era il 19 giugno 2020. Da allora, intorno a lui è calato un silenzio assordante, rotto solo da pochissimi aggiornamenti ufficiali, rare dichiarazioni della moglie Daniela o dei medici che lo hanno seguito nei lunghi mesi di riabilitazione.

Un silenzio che fa male, perché riguarda uno dei campioni più amati dal pubblico italiano. Un esempio di determinazione, coraggio, resilienza. Dopo il terribile schianto del Lausitzring nel 2001, Zanardi era riuscito a tornare in pista, a vincere nell’atletica paralimpica, a raccontare lo sport con lucidità e ironia. Poi, quell’altro destino beffardo, e da allora solo il buio.

 

È impossibile non pensare, di fronte a questa lunga assenza, a un altro nome che ha segnato un’epoca: Michael Schumacher. Anche per lui, da dieci anni, nessuna immagine, nessuna parola, solo l’amore della famiglia e la protezione del suo mondo. Anche qui, un silenzio totale, che lascia spazio a mille domande e pochissime certezze.

Due storie diverse, ma ugualmente struggenti. Due uomini che hanno fatto sognare, lottato contro tutto e tutti, e che ora affrontano un'altra sfida, la più dura, lontani dalle piste, dai riflettori, da noi.

Credit photo: depositphotos.com

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 giugno 2025 alle 10:00
Autore: F1N Redazione
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