Il Red Bull Ring rappresenta una delle sfide più singolari del calendario di Formula 1. Con appena dieci curve, è il circuito con il minor numero di pieghe in assoluto tra quelli attualmente presenti nel Mondiale, e anche il più rapido sul giro secco: la pole position di Valtteri Bottas nel 2020 con la Mercedes è ancora oggi il punto di riferimento, grazie a un tempo record di 1’02”939.

Dal punto di vista altimetrico, il tracciato austriaco è secondo solo a Spa-Francorchamps: il dislivello tra il punto più basso e quello più elevato è di 63,5 metri, un valore che sottolinea la complessità tecnica della pista situata nel cuore della Stiria.

 

I tre settori del circuito sono ben distinti tra loro: il primo è caratterizzato da due lunghi rettilinei in salita, ideale per i motori più potenti. Il secondo settore si apre con una staccata impegnativa alla curva 3 e si snoda in discesa fino alla curva 7. L’ultimo tratto alterna brevi salite a nuove discese fino al traguardo, con le due curve finali ad altissima velocità che spesso decidono le sorti del giro lanciato.

Le tre zone DRS attive su questo tracciato garantiscono una quantità di sorpassi elevatissima, rendendo il GP d’Austria uno degli appuntamenti più ricchi d’azione dell’intera stagione.

L’asfalto, spesso già ben gommato all’inizio del weekend, è il risultato dell’intenso utilizzo dell’impianto per eventi sia a quattro ruote che a due. A inizio estate, le temperature possono alzarsi sensibilmente, ma la natura montuosa e le foreste della Stiria generano spesso rapidi cambiamenti meteo: piogge improvvise sono un rischio concreto, in grado di scombinare le strategie da un momento all’altro.

Sezione: News / Data: Lun 23 giugno 2025 alle 23:11
Autore: F1N Redazione
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