Charles Leclerc ha provato a dare tutto all’Hungaroring, ma il problema della Ferrari non è solo il passo gara. È un tema più profondo, che tocca l’organizzazione, la comunicazione e i rapporti interni di una scuderia che continua a vivere una tensione costante tra aspettative e risultati.

Il monegasco è al centro del progetto, ma anche parte di un sistema che appare sempre in difesa. Ogni dichiarazione ufficiale sembra costruita per giustificare e proteggere, senza mai ammettere scelte rischiose, come l’abbassamento delle altezze della SF-25 per cercare prestazione. Che male ci sarebbe a dirlo apertamente? Questa opacità alimenta il malessere anche del compagno di squadra Lewis Hamilton, che ha parlato di “cose che non gli piacciono” dietro le quinte.

La sensazione resta invariata: la Ferrari è la squadra più iconica della Formula 1, ma forse la meno “squadra corse” del paddock. In un Mondiale dominato da una McLaren impeccabile e con Red Bull e Mercedes pronte a colpire, ogni dettaglio è vitale. E quando sei costretto a spingere tutto al 200%, basta un soffio per compromettere tutto.

L’augurio è che la pausa estiva serva a più che ricaricare le batterie: serva a riflettere su organizzazione, dinamiche interne e priorità. Solo così la Ferrari potrà tornare davvero a essere un riferimento in pista e non solo nella storia.

Mirko Borghesi

Sezione: Editoriale / Data: Lun 04 agosto 2025 alle 09:06
Autore: F1N Redazione
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