La stagione 2026 di Formula 1 si profila come una delle più attese e incerte dell’era moderna. Ferrari, dopo anni di attese febbrili e delusioni cocenti, si trova finalmente davanti a un crocevia storico: la rivoluzione regolamentare potrebbe rappresentare l’occasione irripetibile per riappropriarsi della scena mondiale, o l’ennesima sliding door negativa di una leggenda in eterno rilancio. In questo clima sospeso tra passione e pressione, analizziamo i tre motivi principali per cui a Maranello si può sognare — e i tre motivi che invece consigliano prudenza.

Tre motivi per credere nella Ferrari 2026

Innovazione radicale e visione all-in
La SF-26 nasce da una visione coraggiosa quanto rischiosa: motore completamente nuovo, aerodinamica rivoluzionaria e uso di tecnologie estreme come testate stampate in 3D. La sinergia tra i reparti e la presenza di ingegneri di classe mondiale hanno rilanciato la voglia di sperimentare a Maranello, in risposta a un decennio di rincorse tecniche e politiche.youtube​motorsport+1​

Il regolamento che azzera le differenze
Il grande cambio normativo del 2026 ridisegna la Formula 1: vetture più leggere, aerodinamica attiva, sistema ibrido paritario tra termico ed elettrico. Nelle rivoluzioni, chi osa e anticipa spesso raccoglie i frutti: la Ferrari punta a sorprendere laddove altri potrebbero inciampare nell’interpretazione delle nuove regole.

Ambiente unito e stimoli al massimo livello
Frédéric Vasseur ha ricompattato il gruppo e l’arrivo di Hamilton accanto a Leclerc ha portato quell’ambizione e quella pressione interna che possono trasformare una buona squadra in una squadra vincente. L’obiettivo comune è chiaro come non mai e la convinzione di potercela fare serpeggia nel paddock.

Tre motivi per nutrire scetticismo

Il rischio dell’azzardo tecnico
Puntare tutto sulla tecnologia estrema comporta il pericolo di trovarsi confinati tra affidabilità ballerina e ritardi nello sviluppo. Se i primi test evidenziassero problemi, rientrare nella scia di Red Bull e Mercedes potrebbe diventare subito una salita ripidissima.

Competenze ancora in fuga e fragilità organizzative
Nonostante i proclami, la Ferrari deve ancora dimostrare di aver risolto i cronici problemi gestionali e lo stillicidio di tecnici in uscita dalle strutture di Maranello è motivo di allarme continuo. Basta poco per minare la coesione e compromettere l’inseguimento alla vetta.

Rivali senza tregua
La concorrenza è più agguerrita che mai: Mercedes, fresca di rilancio regolamentare, e Red Bull, decisa a ritrovare lo smalto delle annate d’oro, non concederanno sconti. In un paddock mai così compatto nelle prestazioni, anche un singolo errore strategico o tecnico può essere fatale.the-race+1​

Tra questi estremi, vive la Ferrari del 2026: promessa e dilemma del motorsport. Solo la pista, come sempre, sarà giudice supremo.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 ottobre 2025 alle 16:45
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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