Charles Leclerc chiude Abu Dhabi al quarto posto, archiviando una stagione complicata per la Ferrari. Il monegasco ammette sofferenza per il distacco dalla McLaren e invita a non creare aspettative premature sul 2026. Il nuovo ciclo regolamentare è una pagina bianca, senza certezze, mentre la gestione comunicativa del progetto Ferrari rimane un punto delicato.

Ferrari, un finale che brucia

Leclerc ha raccontato a Sky la sensazione di chiudere l’anno con un quarto posto, dopo una gara solida ma senza acuti, paragonando la prestazione di Abu Dhabi all’intera annata: competitività a tratti, fatica costante e un distacco enorme dalla McLaren. Il monegasco, rielaborando il concetto, ha spiegato: "Una Ferrari quarta, con quasi quattrocento punti di ritardo dalla McLaren, fa male. È una distanza difficile da digerire e spero davvero che la situazione possa cambiare". Un messaggio che fotografa perfettamente l’umore di Maranello. La SF-25 ha mostrato limiti sia nella gestione gomma sia nel bilanciamento, confermando un deficit di sviluppo rispetto ai rivali. La Ferrari ha puntato prestissimo sul 2026, sacrificando aggressività nella seconda parte del Mondiale: una scelta a lungo termine, ma che sul piano sportivo e mediatico ha lasciato cicatrici profonde. Leclerc non nasconde amarezza, ribadendo quanto il ritardo sia diventato frustrante per il gruppo e per i tifosi.

Gestione delle aspettative e pressione mediatica

Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista riguarda la comunicazione Ferrari. Leclerc ha sottolineato come l’arrivo di Hamilton abbia creato uno tsunami di entusiasmo e di aspettative, difficili da controllare dall’esterno. Il concetto, rielaborato, è inequivocabile: "Quando un’icona come Hamilton entra in Ferrari, gestire la comunicazione diventa complesso. La percezione pubblica cambia e nascono aspettative che non dipendono da noi". Secondo Leclerc, l’ambiente Ferrari ha alimentato pressione anche quando il team chiedeva realismo. I tifosi hanno interpretato il 2025 come un pre-Mondiale, con l’obiettivo implicito di preparare Hamilton e Leclerc a un futuro dominante. In realtà, il pilota ribadisce come nessuno a Maranello avesse promesso un 2025 competitivo: l’ambizione era crescere, non vincere subito. La narrazione esterna ha costruito un “destino inevitabile” che la pista ha puntualmente smentito.

2026, nessuna illusione

Le dichiarazioni complete:  «L’approccio al 2026 non penso cambi qualcosa nel modo di pensare giorno per giorno. Fa differenza solo nella visione pubblica, perché se si crea aspettativa le persone iniziano a immaginare cose oltre la realtà. È anche vero che quest’anno potevamo fare meglio nella comunicazione, ma quando arriva Hamilton in Ferrari, due icone insieme, la comunicazione diventa difficile da gestire. Non penso che le aspettative siano state create da noi, ma dall’ambiente e dalla situazione generale. Detto questo, non possiamo controllare ciò che è esterno al team, ma possiamo restare motivati e spingere. Spero davvero che questa situazione faccia male, una Ferrari quarta a 400 punti dalla McLaren mi fa male. Spero si possa cambiare questo scenario l’anno prossimo. Vedremo. Sinceramente, stavolta non ho aspettative sul 2026, visto che è una carta bianca dalla quale non sappiamo da dove inizieremo.»

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Sezione: News / Data: Dom 07 dicembre 2025 alle 16:57
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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