Daniele Sparisci, sulle pagine del Corriere della Sera, affronta il tema sempre più critico della Formula 1 sul bagnato, emerso con forza nel weekend di Spa. Il dibattito è esploso quando Max Verstappen ha spinto per partire nonostante la scarsa visibilità: “Se non vedi basta alzare il piede”, ha dichiarato l’olandese, andando in contrasto con la prudenza mostrata da team principal e FIA.

Fred Vasseur ha replicato con fermezza, difendendo la scelta di non forzare i tempi: “E hanno fatto bene, immaginatevi cosa avremmo detto in caso di incidente. Qui si va fortissimo e il problema non è guidare ma riuscire a vedere”. Un punto di vista condiviso anche da Andrea Stella della McLaren, che ha elogiato la gestione della doppietta di fila del team e sottolineato la pericolosità del tracciato in condizioni estreme.

 

L’analisi di Sparisci mette in luce un limite strutturale delle monoposto a effetto suolo: l’enorme quantità di acqua sollevata dagli pneumatici riduce drasticamente la visuale dei piloti. Un fenomeno che a Spa, circuito già noto per la sua complessità e i tratti in salita come l’Eau Rouge, si amplifica fino a rendere impossibile correre in sicurezza.

Il tema della sicurezza resta centrale, soprattutto dopo la tragedia di Dilano Van’t Hoff, avvenuta due anni fa proprio su questo tracciato. Le nuvole d’acqua generate dalle vetture moderne rendono irrealizzabili quelle battaglie epiche che un tempo hanno costruito il mito di Schumacher e di altri campioni del passato.

Sezione: News / Data: Lun 28 luglio 2025 alle 10:49
Autore: F1N Redazione
vedi letture
Print