Yuki Tsunoda guarda con amarezza all’addio dalla famiglia Red Bull. Il giapponese, reduce dal passaggio interno da Racing Bulls alla sede principale durante la stagione, confessa un rimpianto che lo tormenta: il distacco dalla VCARB02, monoposto che sente come un’estensione di sé stesso.

 

Il passaggio interno che ha frenato tutto

Il cambio di casacca a metà stagione ha lasciato Tsunoda con un vuoto profondo: “L’unico vero rammarico è aver dovuto abbandonare quella monoposto eccezionale che era la VCARB02. È stato come mollare un figlio, la vettura che ho plasmato con il team anno dopo anno da quando è scattato questo regolamento tecnico”. Ogni evoluzione porta il suo imprinting, il suo DNA ingegneristico, e perderla senza averne sbloccato il pieno potenziale brucia da matti. Quel trasferimento interno, pensato per dargli slancio verso la Red Bull vera, si è rivelato un boomerang.

Frustrazione per un progetto interrotto

Quel che duole di più è l’inutilità del sacrificio, come ha confessato Tsunoda: “So bene che c’è il mio marchio dentro quella macchina. Lasciarla senza aver raggiunto i picchi che sognavamo mi manca da morire, mi fa girare le scatole ogni volta che ci penso. È stato uno spreco assurdo, non ho avuto voce in capitolo e mi ha messo in svantaggio su pezzi cruciali”. Tsunoda mastica amaro su un’occasione sfumata.

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Sezione: News / Data: Lun 15 dicembre 2025 alle 12:10
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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