Archiviata la prima gara dell’anno, già è iniziata la settimana di preparazione al secondo appuntamento in Austria. Il debutto è stato pazzesco, ben nove piloti fuori, una Ferrari che inaspettatamente arriva seconda, Bottas che batte Hamilton. Davvero, un delirio degno di un film di Darren Aronosfky. Dopo il primo power ranking, ormai datato quattro mesi, torniamo con la classifica delle reali forze in campo. Non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie.
1. Mercedes (-) : Sono loro la squadra da battere, come indicato in Australia. Ma non è tutto oro quello che luccica in testa alla classifica. Lewis Hamilton è stato, forse, battuto dalla foga di voler dedicare la vittoria al Black Lives Matter e ha fatto due errori banali, equamente divisi tra qualifica e gara. Valtteri Bottas è stato implacabile e robusto nel difendersi dalle tre safety car su cui l’inglese poteva attaccare. Molti problemi di surriscaldamento che hanno fatto preoccupare il muretto (tanto da dover intervenire Allison in persona per chiedere di non salire sui cordoli). Due motori clienti andati in fumo. Solita prova di forza, ma non è scontata la vittoria settimana prossima.
2. Red Bull (-) : La grande delusione dell’Austria sono i padroni di casa. Feroci nelle dichiarazioni pre-gara e nel rompere le scatole alla Federazione su DAS e errori di Hamilton, ma si sono sgretolati in pista. Problema al cambio per Max Verstappen che ha dovuto abbandonare i sogni di tripletta dopo tredici giri, poi ci si è messo di mezzo anche Lewis Hamilton a rovinare, di nuovo, l’emozione del primo podio ad Alexander Albon. Continua la tradizione della partenza lenta della Red Bull che deve rifarsi subito settimana prossima perchè gli avversari diretti sono già scappati.
3. Racing Point (-) : In casa Racing Point hanno sofferto le attenzioni di tutti i riflettori. Sapevamo che la W10 poteva avere problemi di surriscaldamento qua in Austria e si è visto con Lance Stroll, che si è ritirato. Ma con la punta di diamante Sergio Perez ci si è giocato alla fine la possibilità di andare a podio, coronando un weekend spesso passato in vetta. Ma non basta una macchina per essere forti e competitivi, bisogna anche azzeccare strategie e leggere i momenti della gara. E qui c’è la grande bocciatura agli inglesi che hanno buttato via un podio, decidendo di non cambiare le gomme gialle a Sergio Perez alla prima Safety Car. Con le gomme morte, Lando Norris e Charles Leclerc se lo sono mangiato. Non benissimo.
4. Ferrari (-) : Se non fosse per le due pazzie di Charles Leclerc avrebbe perso sicuramente una posizione. Interlocutori nelle libere, disastrosi nelle qualifiche in cui si sono palesati tutti i problemi di velocità nel dritto che ha la SF1000, affidabili, intelligenti in gara. Ecco, i due aggettivi, insieme a tanti altri, si riferiscono a Charles Leclerc che ha condotto una gara da veterano prima di sfruttare il calo altrui. Mentre Sebastian Vettel è stato impulsivo ed impaziente, buttando all’aria la possibilità di prendere più punti. É una Ferrari da domenica, costante, affidabile, molto forte nella seconda parte dello stint. Manca tantissimo per essere competitivi, ma le magie di Doctor Strange Charlie che piega la realtà alla sua volontà ci fanno sognare.
5. McLaren (-) : Wow. Erano i grandi sconfitti di Barcellona, a causa di cessioni losche di Mercedes e Red Bull a due contendenti in centro griglia. Invece, mostrano i muscoli in Austria, sin dal venerdì. Lando Norris fa le prove da leader: quarto crono in qualifica (miglior risultato in carriera), tenace, spettacolare e resistente in gara, dove nel momento peggiore, in cui sembrava in crisi, respinge gli attacchi di Carlos Sainz e poi piazza una staccata gigantesca su Sergio Perez, non temendo neanche il contatto. Super Lando Kart. Lo spagnolo, invece, non ha attaccato duramente Leclerc in ripartenza alla prima Safety Car per non rovinare in partenza il rapporto con Ferrari, ma, come al solito, la domenica è una certezza. Primo podio per Lando Norris e potrebbe non essere l’ultimo per gli inglesi in stagione.
6. Renault (+1) : Che lavoro della Renault. In difficoltà a Barcellona, in Austria Daniel Ricciardo era in palla. Tempi all’altezza del gruppo Ferrari-McLaren-Racing Point, mentre Esteban Ocon cercava di riprendere il feeling con la pista. Anche la partenza dell’australiano era buona, ma poi i problemi alla componente elettrica hanno costretto Ricciardo a ritirarsi. Ocon, invece, ha resistito e ha preso quattro punti d’oro per la squadra. I problemi di telaio dello scorso anno sono risolti, potrebbero essere la sorpresa a centro griglia.
7. Alpha Tauri (-1) : Ah, ma c’erano anche loro in Austria? Perchè non li avevamo visti. Alpha Tauri sorniona come pochi, né Pierre Gasly, né Danil Kvyat hanno mostrato qualcosa di interessante, anzi, rispetto Barcellona, si posizionano dietro il gruppone a centro. In gara, a Kvyat gli esplode una ruota alla fine, mentre Gasly non sorpassa e non viene sorpassato. Con gli altri che si eliminano da soli, finisce settimo, portando comunque un gran bottino alla scuderia italiana. La Renault sta dietro in classifica, ma sembrano avere una macchina decisamente più performante.
8. Alfa Romeo (-) : Male come tutte le motorizzate Ferrari. Perlomeno Antonio Giovinazzi si rivela paziente e poco avventato e porta a casa due punti fondamentali per iniziare bene la stagione, tenendosi dietro anche un triste Sebastian Vettel. Disastro in strategie, fermando sfalsati i due piloti alle Safety, gli hanno fatto perdere diverse posizioni. Pessimo errore, quello al pit stop su Raikkonen. Anteriore destra fissata male, si sfila e rischia di diventare un proiettile in pista. Menomale che Raikkonen non si è fatto male. Con questo motore, possono stare al massimo davanti ad Haas e Williams.
9. Haas (-) : Eravamo tentati di sbatterli all’ultimo posto, ma una gara interessante della Williams non può farci scordare il punto di partenza degli inglesi. Se l’andazzo è questo in Haas, l’etichetta di fanalino di coda è pronto lì per essere appiccicato. Romain Grosjean fa un miracolo a portarli in Q2, ma è l’unico squillo. Due ritiri disastrosi. Il francese si è girato a più riprese fino a che si impantanasse nel prato. A Kevin Magnussen i freni hanno deciso di non assisterlo più proprio nel momento in cui stava battagliando in uno scontro corpo a corpo. Buona notizia per la Ferrari che dei tre ritiri nessuno riguarda il motore.
10. Williams (-) : Welcome back, Williams! George Russell davanti alle Alfa in qualifica, Latifi chiude ultimo, ma a ridosso della zona punti (11°) alla sua prima gara nella serie maggiore. Peccato per l’inglese che poteva ambire ai primi punti in carriera, era dodicesimo quando il motore Mercedes ha mostrato per l’ennesima volta che settimana prossima i risultati non sono così scontati quanto sembrano. Nessun distacco mostruoso, come lo scorso anno, nessun doppiaggio. È tornata ad essere una scuderia.
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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