Secondo Davide Valsecchi, ex pilota e ora analista per Sky Sport F1, il "matrimonio sportivo" tra Max Verstappen e il suo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase è diventato uno degli elementi più forti del dominio Red Bull degli ultimi anni. Una connessione che, a detta dell’esperto, si è forgiata con pazienza e intelligenza nel tempo.

“All’inizio della sua carriera in Red Bull, Lambiase non era il professionista completo che vediamo oggi,” ha spiegato Valsecchi. “Ma ha saputo crescere e imparare come rapportarsi con un talento come Max. Non è questione di spronarlo con frasi da boxe prima della gara, tipo ‘vai e distruggilo’. Questo sport richiede lucidità, freddezza, non frenesia.”

L’approccio mentale è fondamentale e la gestione emotiva tra pilota e ingegnere fa la differenza: “Bisogna saper mantenere l’equilibrio, sapere quando lasciar fare e quando invece intervenire con decisione. A volte sento scambi in radio in cui l’ingegnere dice: ‘È il momento, spingi’, e il pilota risponde quasi esasperato: ‘Lo sto già facendo, amico’.”

 

Valsecchi sottolinea come questa sinergia si sia consolidata gradualmente: “Negli anni hanno trovato la giusta armonia. Ci sono momenti in cui Verstappen detta la linea e l’ingegnere lo supporta, altri in cui è Lambiase a imporsi perché sa che è la cosa giusta. Non esiste una formula magica: è una questione di adattamento continuo, di sapere leggere la situazione e bilanciare le decisioni.”

Un rapporto, quello tra Max e Gianpiero, che va ben oltre la semplice comunicazione via radio: è una collaborazione profonda, costruita sull’ascolto reciproco e su un’evoluzione tecnica e mentale continua. Il risultato? Quattro titoli mondiali consecutivi e una macchina perfettamente cucita addosso a un campione.

Sezione: News / Data: Mar 24 giugno 2025 alle 23:21
Autore: F1N Redazione
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