La Scuderia Ferrari si muove su più fronti. Mentre il team è in viaggio verso Las Vegas per l’ultimo appuntamento americano della stagione, a Maranello si lavora a ritmi serrati sulla monoposto del futuro, quella che prenderà parte al Mondiale 2026. Il progetto 678 rappresenta un passo cruciale nel percorso tecnico della rossa verso la nuova era regolamentare, un laboratorio dove ogni componente viene testato, rivisto e spinto al limite per anticipare le sfide del cambio regolamenti imposto dalla FIA.

Il primo telaio ha già superato con successo le prove statiche indoor, fase obbligatoria prima del severo crash test anteriore che avverrà in una struttura certificata FIA. Gli ingegneri parlano di sviluppo “in piena progressione”, con le simulazioni dinamiche che hanno dato segnali estremamente confortanti nelle ultime settimane. La priorità, in questa fase, è individuare un equilibrio tra leggerezza, rigidità e resistenza agli impatti, tre parametri che definiranno il potenziale iniziale della monoposto 2026.

Ritorno al push rod anteriore, via il tirante posteriore

Tra i nodi più discussi c’è la scelta delle sospensioni. Dopo l’esperienza poco redditizia con il sistema pull rod adottato sulla SF-25, i tecnici di Maranello hanno deciso di tornare a un più tradizionale push rod all’anteriore. Non si tratta di un semplice passo indietro, ma di una reinterpretazione moderna del concetto: il braccio dello sterzo sarà collocato dietro il triangolo inferiore, una soluzione sperimentata con successo da McLaren e perfezionata da Mercedes sulla W16.

Secondo Franco Nugnes, la scelta di questo schema comporta una maggiore complessità costruttiva, ma offre vantaggi significativi sul piano delle regolazioni e del bilanciamento aerodinamico. “Più libertà per i tecnici e più margine di adattamento in base al circuito”, ha spiegato la fonte, evidenziando come questa configurazione possa consentire un’integrazione più efficiente tra sospensioni e flussi d’aria diretti verso il fondo vettura.

Nuova scatola del cambio e meno peso complessivo

Sul retrotreno, la Ferrari dirà addio al sistema a tirante introdotto la scorsa estate in Belgio, ritenuto troppo rigido nella risposta meccanica. Anche in questo caso si tornerà al push rod, in parte per questioni di efficienza ma soprattutto per contenere i costi imposti dal budget cap. La nuova geometria posteriore ha portato alla completa revisione della scatola del cambio, ridisegnata per integrare i nuovi cinematismi e ridurre il peso complessivo del gruppo motopropulsore.

Anche il sistema di raffreddamento e la gestione dei cablaggi saranno ottimizzati, con l’obiettivo di abbassare il centro di gravità e guadagnare spazio per elementi aerodinamici più raffinati. Un percorso che testimonia l’approccio pragmatico del Cavallino: niente soluzioni rivoluzionarie fini a sé stesse, ma una somma di dettagli che, insieme, possano fare la differenza nella nuova Formula 1 del 2026. L’aria che si respira a Maranello è di concreta fiducia, segno che il futuro progetto è già più maturo di quanto le date del calendario possano far immaginare.

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Sezione: News / Data: Mar 18 novembre 2025 alle 16:24
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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