Le parole della giornalista di Sky Italia Mara Sangiorgio fotografano perfettamente la crisi profonda in cui versa la Ferrari in questo finale di stagione 2025: “Manca sempre qualcosa. Questa è la storia, a spalle basse, della stagione Ferrari, ferma ormai a soli cinque podi, anno peggiore del ciclo tecnico con monoposto effetto suolo. Tra l'altro tutte vinte da Charles Leclerc.”

Un bilancio impietoso che sottolinea quanto la SF-25 si sia rivelata una delle vetture più deludenti dell’era moderna. Dopo un 2024 di speranze e proclami, il 2025 sta assumendo i contorni di un anno da dimenticare. Leclerc, autore degli unici acuti stagionali, è ormai da settimane l’unica vera luce in una scuderia che continua a non trovare stabilità, né tecnica né mentale.

Sangiorgio non usa giri di parole nel descrivere la radice del problema: “La colpa è di una monoposto nata senza nessun punto di forza, che nemmeno la cura di una nuova sospensione ha riportato sulla retta via o fino a lottare contro rivali che nel frattempo sono addirittura cresciuti.”

Una valutazione severa, ma condivisa da molti analisti nel paddock. A differenza di Mercedes, McLaren e Red Bull, la Ferrari sembra non essere riuscita a individuare una direzione chiara nello sviluppo della vettura. Gli aggiornamenti introdotti dopo l’estate non hanno invertito la rotta e, anzi, hanno messo in evidenza limiti strutturali già emersi nel 2024. La nuova sospensione posteriore, presentata come il “grande passo” verso la competitività, si è rivelata un palliativo. L’auto continua a soffrire di instabilità in ingresso curva e difficoltà croniche nel mettere in temperatura le gomme. Problemi che non solo penalizzano la performance pura, ma rendono impossibile una gestione efficace delle strategie di gara.

Con soli cinque podi – tutti firmati Leclerc – e un Hamilton spesso relegato a posizioni anonime, il team di Fred Vasseur chiude il capitolo Singapore con più interrogativi che certezze. Il rischio, ora, è quello di arrivare al 2026 con una struttura logorata e una base tecnica fragile. Perché, come sottolinea Sangiorgio, “manca sempre qualcosa” — e in Formula 1, quando manca anche solo un dettaglio, si resta indietro di un mondo.

Credit Photo: depositphotos.com

Sezione: News / Data: Mer 08 ottobre 2025 alle 06:45
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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