Quando si parla di Red Bull Racing nell’era di Max Verstappen, è impossibile non notare un dettaglio ricorrente: nessun compagno di squadra è mai riuscito a stargli vicino. La scuderia austriaca ha cambiato piloti come si cambiano le gomme in un pit stop, ma il risultato è sempre stato lo stesso: Max davanti, il suo compagno di squadra dietro. Ricciardo, Gasly, Albon, Perez e Lawson hanno provato, ma nessuno di loro ha retto il confronto. Ora tocca a Yuki Tsunoda, chiamato a sostituire Lawson a partire dal GP del Giappone: sarà all’altezza o il destino lo ha già segnato?
Daniel Ricciardo è stato uno dei pochi compagni di Verstappen a dargli filo da torcere, ma nel 2018 ha deciso di lasciare Red Bull per Renault, consapevole che il team aveva già scelto il suo uomo di punta. La sua ultima stagione in Red Bull è stata caratterizzata da alti e bassi, con alcuni successi memorabili come la vittoria a Monaco, ma anche una serie di ritiri che hanno compromesso la sua classifica. Sentendosi messo in secondo piano rispetto a Max, Ricciardo ha cercato fortuna altrove, ma la sua carriera non ha più brillato come prima.
Dopo di lui, il secondo sedile della scuderia è diventato una sedia elettrica. Pierre Gasly ha avuto la sua chance nel 2019, ma è stato retrocesso a stagione in corso: i suoi risultati non erano neanche lontanamente paragonabili a quelli di Verstappen. Gasly ha sofferto la pressione e un adattamento difficile alla Red Bull RB15, un’auto progettata intorno allo stile di guida aggressivo di Max. Il francese è tornato in Racing Bulls (ex AlphaTauri), dove ha dimostrato il suo talento con una vittoria storica a Monza nel 2020, ma non ha mai più avuto l’opportunità di tornare in Red Bull.
Stessa sorte per Alexander Albon, promosso e poi bocciato senza mai dare l’impressione di poter davvero impensierire il tre volte campione del mondo. Albon ha mostrato sprazzi di velocità, ma non è mai riuscito a imporsi come una vera minaccia per Verstappen. Dopo il 2020, è stato relegato al ruolo di pilota di riserva prima di trovare una nuova opportunità con la Williams, dove sta ricostruendo la sua carriera con prestazioni solide e costanti.
In un’intervista passata, riporata la scorsa domenica da Sky, Albon ha parlato delle preferenze di guida di Verstappen: "A Max piace che l’anteriore della macchina sia estremamente reattivo e affilato, al punto da diventare così sensibile che guidarla diventa davvero difficile, perché reagisce anche al minimo movimento. Serve una concentrazione totale." Ha poi fatto un paragone: "È come un mouse molto sensibile: basta sfiorarlo e si muove subito."
Albon ha aggiunto che anche a lui piace una macchina reattiva, "Ma Verstappen la vuole portata all'estremo, al limite." Questo rende la guida particolarmente complicata per i suoi compagni di squadra. Infine, ha sottolineato: "Man mano che la stagione avanza, Max vuole la macchina sempre più veloce e affilata, rendendola ancora più difficile da guidare. Devi essere sempre concentrato al massimo."
Sergio Perez ha avuto più tempo per dimostrare il suo valore, ma il divario con Verstappen è stato imbarazzante. Nonostante alcune vittorie e un secondo posto nel 2023 (dietro proprio a Max), il messicano ha sempre dato l’impressione di essere più un gregario che un vero contendente. La sua capacità di gestire le gomme e di difendersi nei duelli ruota a ruota lo hanno reso un pilota utile per il team, ma nei momenti cruciali non ha mai avuto il passo di Max. Il 2024 è stata la sua ultima stagione in Red Bull, sostituito da Lawson.
Anche Liam Lawson, chiamato per sostituire proprio Daniel Ricciardo (Racing Bulls) alla fine della scorsa stagione, si è trovato subito sotto pressione dopo un avvio complicato. Autore di ottime prestazioni con Racing Bulls, ha avuto la sua occasione in Red Bull nel 2025, disputando due Gran Premi al fianco di Verstappen in Australia e Cina. Tuttavia, la sua avventura è stata deludente: non è mai riuscito a tenere il passo del compagno di squadra e ha faticato più del previsto, commettendo errori e mancando l’opportunità di impressionare la dirigenza. Per questo motivo, Red Bull ha preferito dare fiducia a Yuki Tsunoda, che prenderà il suo posto dal GP del Giappone in poi. Una decisione che riflette la continua difficoltà della scuderia nel trovare un degno secondo pilota.
E ora tocca a Yuki Tsunoda. Il giapponese ha mostrato lampi di talento, ma anche una certa incostanza e una tendenza a lasciarsi sopraffare dalla pressione. La sua aggressività in pista è sia un punto di forza che un limite, e la Red Bull non è nota per la pazienza con i suoi piloti. Il suo debutto in Red Bull al GP di casa potrebbe essere un’arma a doppio taglio: una grande prestazione lo consacrerebbe, un flop lo relegherebbe nella lunga lista di vittime sacrificali di Verstappen.
Tsunoda, però, ha qualcosa che gli altri non avevano: il sostegno di Honda. Con il colosso giapponese ancora legato a Red Bull fino al 2025, avere un pilota di casa potrebbe essere un vantaggio politico che gli garantirà un po’ più di margine di errore rispetto ai suoi predecessori. Tuttavia, la storia insegna che la pazienza di Helmut Marko e della dirigenza Red Bull è limitata.
La domanda è sempre la stessa: esiste un pilota in grado di tenere testa a Max Verstappen nello stesso team? La risposta, finora, è stata un secco no. Non è solo una questione di talento, ma anche di adattamento: la Red Bull ha costruito le sue auto attorno allo stile di guida aggressivo e unico di Verstappen, rendendo difficile per qualsiasi altro pilota sentirsi a proprio agio. Anche piloti di talento, una volta messi in quella macchina, hanno faticato a trovare il ritmo.
Tsunoda è l’ultimo a provarci, ma se la storia recente ci ha insegnato qualcosa, il suo destino sembra già segnato. Per battere Verstappen in Red Bull servirebbe un pilota con un talento eccezionale, una personalità fortissima e un team disposto a concedergli le stesse opportunità. Fino ad oggi, nessuno ha avuto questa combinazione. E forse, finché Max resterà a Milton Keynes, nessuno l’avrà mai.
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