Settimana scorsa avevamo detto che la Mercedes W11 era un’astronave vestita di nero. Dopo l’Ungheria, possiamo dire che anche la W10 vestita di rosa va forte, ma che Lewis Hamilton e compagni sono di un’altra categoria. Ferrari ancora una volta bocciata, che non va ancora, ma lotta e resiste. Una sola variazione, nelle retrovie del ranking, che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie.

1. Mercedes (-) : Neanche se dovessero fare tutti NP da qui alla fine della stagione, sarebbero secondi. Un ritmo impressionante, un motore che ha fatto un balzo in avanti clamoroso (è regolare in molti si stanno chiedendo), hanno doppiato la Red Bull in classifica costruttori, la lotta per il mondiale piloti è stata già ridotta a due, a meno di clamorosi scossoni a Silverstone. Insomma, Toto Wolff ha in mano l’avanguardia della Formula 1 e cari tifosi smettetela di provare invidia nei loro confronti. Sono come la Ferrari di inizio millennio, Hamilton è nel novero dei Schumacher e dei Senna e sono una scuderia sbriciola record. Senza se e senza ma, senza sapere come andrà a finire questa stagione

2. Red Bull (-) : Fatica da morire in qualifica, tanto che Albon non riesce ad entrare in Q3. Ma hanno un ritmo invidiabile in gara, fanno un capolavoro a rimettere Max Verstappen in pista, dopo la leggerezza nel rientro in pitlane dell’olandese, e il resto Mad Max lo fa con una partenza mostruosa. Da settimo a secondo, peccato per una poca reattività nel fare la prima sosta che lo poteva mettere davanti a Lewis Hamilton per qualche secondo (giusto quello vista la forza della W11). Stoico nel respingere ogni tentativo di ritorno di Bottas, mantenendo un ritmo su delle gomme morte. Grande quinto posto di Albon che fa quello che gli è stato chiesto: portare punti per arrivare, almeno, secondi in classifica costruttori. Ancora timido nei sorpassi, ma martella chiunque in pista e anche gli ingegneri al muretto. Stanno crescendo, ma la Mercedes è inarrivabile.

3. Racing Point (-) : A Sky, hanno scherzato dicendo che la Mercedes la rivale se l’è creata in casa. Non ci sono andati lontani di molto perchè la Racing Point è sbocciata in Ungheria. Veloci nelle libere, al passo della Mercedes in qualifica, tanto da mettere Stroll terzo, costanti e terrificanti per il gruppone di mezzo in gara. Nonostante tutto, la W11 ha dato un minuto alla W10 rosa arrivata quarta di Stroll (weekend mostruoso per il canadese). Peccato che Perez abbia sbagliato la partenza ed è rimasto impantanato nel cambio gomme e nei vari trenini. Gli manca il podio, forse per materiale umano in pista, ma mandano il primo segnale al mondiale.

4. McLaren (-) : Rimangono quarti per manifesta incapacità altrui, ma soffrono anche loro il trasferimento in Ungheria. Centro griglia sempre più stipato, l’esplosione della Racing Point, la pazzia totale tra qualifiche asciutte, gara bagnata, poi asciutta. Carlos Sainz fatica a sorpassare il suo futuro compagno di squadra Leclerc, poi ne ha di più ed è un segnale che fa ben sperare. Sfrutta anche la penalità a Magnussen per prendersi il nono posto. Lando Norris è un dio della qualifica, ma stavolta non è stato abbastanza lucido nell’affrontare una gara così emotiva. Mantiene il quarto posto in classifica mondiale, davanti ad Albon, e la scuderia è ancora 3° davanti alla Racing Point. Le due a Silverstone per dimostrare che questo è solo un passo falso.

5. Ferrari (-) : Piccoli passi, molto piccoli, infinitamente piccoli. La Ferrari piazza entrambe le macchine in Q3 ed è una notizia visto l’andazzo in Austria. Per portarle entrambe a punti bisogna aspettare. Vettel è sempre stato più in palla rispetto a Leclerc per tutto il weekend (come l’anno scorso) e al monegasco sbagliano anche la strategia, mandandolo in pista con le gomme rosse, dopo il primo pit stop, gomme che nessuno ha usato per l’assenza di grip. Da lì, la gara di Carletto è come lo scarico del lavandino: ti porta sempre più giù. Ha lottato, sfornato difese encomiabili ma si accascia all’11° posto con le gomme morte. Vettel meglio, resiste, lotta e porta a casa un sesto posto buono come il pane. Ma non ci siamo, per niente.

6. Renault (-) : Ci eravamo dimenticati quanto fosse bello vedere Ricciardo correre con una macchina quantomeno competitiva. Altro viaggio a punti, dopo la delusione dell’esordio, per l’australiano che porta di peso la sua macchina nel mischione di centro griglia. Nel trenino per il sesto posto c’era anche lui, ma la Racing Point stavolta la guidava Perez e resistere è più complesso. Gara sfortunata per Ocon, rimasto imbottigliato nel traffico, senza mai prendere ritmo, in una pista senza troppi punti di sorpasso. Ottimo lavoro dei francesi.

7. Alpha Tauri (-) : Meriterebbero l’ultima posizione del power ranking perchè è l’unica scuderia del paddock senza avere una chiara ambizione per il futuro, ne per sé, ne per i piloti. Gasly litiga con la power unit per tutto il weekend, la cambia, si piazza 10° in qualifica e la rompe ad inizio gara. Kvyat, per un attimo, sembrava in lotta per i punti, poi è scomparso. L’ombra di una ipotetica retrocessione di Albon potrebbe smuovere un po’ gli animi di una scuderia che sembra comunque già deciso di scaricare il russo per Tsunoda o Vips. Impalpabili.

8. Haas (+1) : L’unico movimento di classifica se lo merita la Haas che ci ha visto giusto. Richiama Magnussen e Grosjean in pit lane, dopo il giro di formazione, i primi a montare le slick e la scelta ripaga. Grosjean non ne aveva, ma Magnussen porta un sacro punto a casa (finisce nono ma penalizzato). Ad un certo punto, erano 3° e 4°. Si sono visti sorpassare da tutti in questa gara, ma il danese ha dimostrato di averne di più, reggere il ritmo dei grandi e non farsi prendere da Leclerc. Meriterebbe di più Magnussen.

9. Alfa Romeo (-1) : I peggiori in qualifica, non si sono guadagnati neanche una ripresa in gara. Come tutti i motorizzati Ferrari, fanno fatica, anche perchè avendo una filosofia a basso carico aerodinamico non si capisce come possono correre. Raikkonen batte Giovinazzi, ma questo interessa solo all’italiano che corre per la sua sopravvivenza. Una situazione quasi derelitta e spenta. Anche perchè la Williams migliora.

10. Williams (-) : Rimangono decimi perchè in gara non si sono visti ancora, ma che squilli in qualifica. I dubbi sul motore Mercedes provengono anche dal loro improvviso scatto in avanti. Russell era 3°, ad un certo momento, e Latifi 7°. Com’è possibile? In tanti se lo chiedono, ma sul ritmo gara c’è da migliorare. Latifi si è girato al primo giro ed è stato doppiato tre volte. Una cosa terrificante, meglio Russell, davanti a Giovinazzi, ma bisogna provare ad andare a punti, dato che il motore Mercedes è l’unico che funziona.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 20 luglio 2020 alle 10:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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