Bobbi e Valsecchi chiedono perdono. Ma perdono per che cosa esattamente? Per una presunta volgarità? O forse per un'accusa di sessismo? In questo clima in cui ci troviamo, dove tutto sembra dover essere o giustificato o condannato, queste domande diventano inevitabili. Viviamo in un'era dove le "marchette" per OnlyFans cercano di indirizzare una generazione di giovani coppie e single verso la pornografia amatoriale come fonte di guadagni facili, dove le relazioni extraconiugali vengono esaltate, e l'omosessualità e la fluidità sessuale vengono riformulate in nome di un obiettivo invece del legittimo diritto di ogni individuo di vivere la propria sessualità. Eppure, sembra che la Formula 1 debba pagare il prezzo come tutti.

Il motorsport, cima assoluta della passione, quel mix di sudore e adrenalina che eleva i livelli ormonali oltre la norma, sembra dover tacere tutto questo. Come se non fosse già abbastanza il cambio drastico che stiamo vivendo in pista, lontano anni luce dalla cultura dei cavalieri del rischio, e per quanto siamo felici del raro numero di vittime tra i piloti, sembra che anche l'essenza del paddock debba essere neutralizzata. L'epoca dei piloti playboy è da condannare, tutto deve essere "politicamente corretto", o almeno così sembra. Perché poi, alla fine, ci si chiede se il commento di Bobbi fosse stato rivolto a un bel lato B maschile, se ci saremmo trovati nella stessa situazione. O se forse Lewis Hamilton avrebbe eretto barriere per mantenere i due commentatori al loro posto. La sospensione sembra essere il prototipo della ghigliottina, del silenziatore, dell'anestetico totale. Anzi, locale, sul cervello. Perché un rimprovero, una multa, sarebbe stato troppo poco. Perché sui social, i nuovi "fascisti" del nostro tempo, sono coloro che chiedono totale libertà, ma non nel "promuovere" tale libertà. Tutto vale solo una volta che si è ghettizzato il passato, ora sembra essere diventato il simbolo di un mondo da eliminare. Un mondo a cui, chi respira il profumo dell'asfalto, non potrà mai adattarsi. Un mondo senza battute. Un mondo dove il "derubricare" il tutto a una "caduta di stile" sembrava troppo poco. Volgarità e sessismo. Che paroloni. Esagerati. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 07 giugno 2023 alle 14:09
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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