Due settimane di riposo ci regalano una gara noiosa e segnata fino a tre giri dalla fine. Silverstone 2020 sarà ricordato come la gara delle tre ruote e del, quasi, suicidio Mercedes. Tre anteriori sinistra esplose e un’ipoteca al campionato rimandata (a una settimana). Hamilton ne esce eroe e vincitore, gli altri amareggiati e consapevoli che l’inglese, oltre ad essere un fenomeno, è anche un lucky boy (Cit.). Solide prestazioni di Renault e Ferrari che accorciano sul gruppo di sopra e la McLaren, se non fosse stata sfortunata con Sainz, avrebbe insidiato la Racing Point. Nessuna variazione nel ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie.
1: Mercedes (-) : Belli, forti e fortunati. Almeno nella figura di Hamilton. Il dio della Formula 1 ha punito la Mercedes per aver peccato di hybris. La voglia di sopraffare l’intero circus si è tramutato in un ritmo infernale tenuto per cinquanta giri per poi concludersi in quell’epico finale. Sfortunato Valtteri Bottas che, ad un certo punto, sembrava averne di più di Hamilton, ma fatale quell’incertezza in partenza in un circuito che lascia spazi per il sorpasso solo ai più arditi. Il ritmo martellante, unito al lungo stint con le bianche e l’aver guidato sempre con l’aria sporca prodotta da Hamilton, ha portato la prima esplosione a Bottas. Poi anche Hamilton che è riuscito comunque a spingere. Chapeau, vincono anche quando gli dei sono avversi
2. Red Bull (-) : Chissà quanto avranno rimpianto quel pit stop. Di certo, Max Verstappen è un avvoltoio: sempre in stato d’allerta, sempre pronto a sferrarsi sugli errori di quelle corvi neri, nobili che dominano. Per poco, a Max Verstappen non riusciva il colpaccio. Forse, con una gara condotta in solitaria, con aria pulita, senza sforzare le gomme si poteva pensare di andare fino in fondo come Leclerc. Le esplosioni finali sono state propedeutiche anche per far rientrare Alexander Albon in zona punti, ma così non va. Tolto Brasile 2019 e l’esordio in Austria, l’ex Toro Rosso non riesce a spiccare. Errore madornale in partenza con Magnussen (non dovrebbe partire vicino ad una Haas) ed è rimasto ingolfato nelle curve veloci di Silverstone. A nulla serve la frenesia finale per rimontare. Rischia il posto.
3. Racing Point (-) : Il weekend inizia con il peggiore dei modi: il primo pilota positivo al Covid-19 è Sergio Perez. Sfaznauer, in fretta e in furia, ha dovuto trovare il sostituto e non è andato con le riserve (sorge la domanda: perchè averle?) ma bensì con Nico Hulkenberg. I più romantici speravano nel podio del tedesco, ma il feeling da ritrovare con la miglior monoposto mai guidato (il team radio scovato da Matteo Bobbi lo dimostra) e i problemi di tenuta al collo l’hanno bloccato. Poi la sfiga che non lo fa neanche partire. Solo il primo segnale di una domenica terribile. Stroll, nonostante fosse partite con le gialle come i top 4, non riesce a trovare ritmo, né spazio per avere la meglio delle McLaren e viene risucchiato da una Renault in grande crescita finendo anni luce lontano dai migliori. La macchina è stata costruita per zone più ambiziose.
4. McLaren (-) : Se non fosse stato per quella gomma scoppiata, sarebbero saliti sul nostro podio. Se lo meriterebbero davvero. Da Barcellona, hanno fatto un salto incredibile. Lando Norris conferma le sue migliori qualità: giro secco (5° in qualifica) e sorpassi straordinari (quello all’esterno di Ricciardo è un mini capolavoro). Carlos Sainz conferma le sue: straordinaria solidità in gara, pochissimi errori e una forza mentale incredibile. Era quarto prima che la ruota saltasse, avrebbe portato un grandissimo bottino e rafforzato il terzo posto in classifica. Peccato, ma che lavoro.
5. Ferrari (-) : Segnali interessanti. La scelta di scaricare completamente l’ala aerodinamicamente è stata estrema, ma ben ponderata in virtù dell’alto coefficiente di difficoltà nel sorpasso a Silverstone. Ma senza Charles Leclerc questo secondo podio non sarebbe stato possibile. Il podio è stato conquistato, grazie a quel fantastico tempo in Q2. Passare il taglio con le gialle gli ha permesso di fare una gara da top, in solitaria (per questo le gomme non sono scoppiate perchè ha gestito), per massimizzare il risultato. La fortuna aiuta gli audaci e la Ferrari può sorridere. Tutt’altra storia per Vettel che, con l’ala scarica e le gomme rosse, non trova giustamente mai ritmo. Tenere Bottas dietro di puro orgoglio porta un punto d’oro per la Ferrari.
6. Renault (-) : La miglior prestazione della scuderia da quando è ritornata in Formula 1. La Renault è in crescita e si è visto, sin dal venerdì con l’ottimo passo tenuto da Esteban Ocon. Sono in quel gruppone che può ambire al podio se uno tra Mercedes e Verstappen stecca. La grande lotta di giornata è stata con le McLaren, sia in qualifica che in gara. Per il momento, Norris e Sainz sono superiori e si è visto in quel gran sorpasso tirato giù da Norris, ma Ocon si è mangiato Stroll di pura velocità e Ricciardo nel valzer delle gomme scoppiate è stato il più lesto a sfruttare i caduti. Quarto posto per lui e sesto per Ocon, venti punti e morali in salita
7. Alpha Tauri (-) : Pierre Gasly sull’Alpha Tauri è un gran andare. Settimo posto, sorpasso di potenza a Sebastian Vettel, si inscrive alla lotta con i più forti nonostante macchine migliori. Si vocifera di un suo ritorno in Red Bull, giusto per capire su chi puntare. È cresciuto rispetto allo scorso anno. Ha patito il passaggio, soprattutto mentalmente, per poi risplendere al ritorno a Faenza. Ora è il pilota di punta, dato che Danil Kvyat è finito in una spirale di mediocrità da quando è stato retrocesso alla squadra B. È il principale indiziato a lasciare il team Red Bull o per dare spazio ai giovani dell’Academy (Tsnuoda dell’Honda o Vips) o per il figliol prodigo (Seb).
8. Alfa Romeo (-) : Guidano praticamente con un solo pilota. Raikkonen sembra esser concentrato solo per fare il record dei gran premi disputati e il buon Giovinazzi ce la mette tutta e prova a stare a ridosso della zona punti, ma se anche le Williams sono davanti a te (nella figura di Russell) è difficile. La situazione è dura. L’ex campione del mondo è prossimo al ritiro e già si parla di piloti come Schwartzman dalla Formula 2 o Sergio Perez. Su Giovinazzi siamo di parte: vogliamo vedere il tricolore sventolare tra i piloti di F1 e Antonio ce la sta mettendo tutta, ma la Ferrari Driver Academy è la componente di Maranello che funziona di più e ci sono tanti talenti da far crescere.
9. Haas (-) : Ci hanno preso gusto a farsi porzioni di gara tra i top. Se la magata ungherese aveva portato i primi punti dell’anno, stavolta ci riprovano non facendo entrare Grosjean in pitlane alla seconda Safety Car. Il suo lungo stint con le gialle ha mostrato che c’è stata tanta frenesia nel paddock nel montare le bianche. Il risultato finale è stato pessimo però. Danza della miseria per Grosjean che è stato sorpassato dappertutto, prendendo anche un richiamo dalla direzione di gara per manovre a limite a sorpasso, finendo penultimo tra chi ha concluso. Peccato per Magnussen centrato da Albon in partenza.
10 Williams (-) : La politica dei piccoli passi. Sono tornati a competere ed è già un gran segnale per l’intera Formula 1 che non si poteva permettere una squadra non competitiva. Ora il grande punto di forza è la power unit della Mercedes e il giovane George Russell. Siamo convinti che i punti arriveranno, per ora si mettono lì davanti a qualche macchina, anche con Nicolas Latifi.
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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