Un giorno così lo aspettavamo da tempo, circa da 903 giorni. É 1-2 Ferrari in Bahrain ed è una chiara e netta dimostrazione di forza che quest'anno la Rossa c'è per il mondiale. Il primo gran premio della nuova era si è dimostrato pieno di colpi di scena e ha incassato i complimenti che voleva incassare: duelli spettacolari e duraturi su più giri, macchine incollate una all'altra, anche se i distacchi immensi si sono visti eccome anche complice una comprensione delle gomme ancora ai primi stadi. Torna il nostro power ranking, finalmente scombussolato rispetto agli ultimi anni, che non rispecchierà le classifiche mondiali, ma i rapporti di forza visti in pista: 

1. Ferrari: Neanche il più ottimista poteva sperare nella doppietta all'alba dei test. Invece la Ferrari, anche con un po' di fortuna, si prende tutto quello che si poteva prendere: pole position, giro veloce e i posti più ambiti della gara. Quella facilità nella guida notata nei test si è tradotta poi in una velocità, ancora non a pieno carico per questioni di affidabilità, davvero sbalorditiva in pista. Così come l'incredibile duello tra Max Verstappen e Charles Leclerc che potrebbe essere solo un assaggio di quello che vedremo in altre piste, più in là nel tempo. Bene Sainz, bene la reattività del muretto, bene soprattutto i pit stop che hanno fatto guadagnare tempo. Rosso di sera in Bahrain, vedremo il proseguo. 

2. Red Bull: Anche da Maranello si conferma che è la Red Bull la scuderia da battere, ma un po' per il doppio zero e un po' per l'euforia che ci ha fato la F1-75 li mettiamo un attimo indietro. La macchina c'è, è veloce e potente ed è nettamente migliore della Mercedes, come ben denota il passo gara e la sverniciata di Sergio Perez ad inizio gara su Hamilton. Certo tre motorizzate su quattro non hanno chiuso la gara e quindi c'è da notificare una scarsa affidabilità. Ma per prendersi il mondiale, anche se un 25 a 0 dopo il primo Gp è già pesante, bisogna passare per un Max Versatppen già a suo agio nella nuova era.

3. Mercedes: In molti hanno riso o pianto quando hanno visto Lewis Hamilton. L'ennesimo colpo di fortuna arrivato anche quando la sua Mercedes sembra aver cannato il progetto tecnico. Tanta difficoltà nella guida, sottosterzo e sovrasterzo in uscita dalla curva e un George Russell che, almeno sul giro secco, deve ancora trovare il giusto feeling con la W-13. Il terzo posto di Hamilton sembra essere come il secondo posto di Leclerc in Austria 2020. Una toppa momentanea su quella che sarà una stagione difficile. Complicato invertire un trend in regime di budget cap. Toto Wolff e compagni ci proveranno.

4. Haas: Dopo esser diventato idolo delle masse grazie a Drive to Survive, Gunther Steiner prova ad inserirsi anche nei piani alti della griglia. Sfruttando un motore Ferrari che vola e un progetto a cui sono state dedicate tutte le risorse dell'ultimo anno e mezzo, Haas sembra aver trovato la soluzione giusta per risalire. Mentre Mick Schumacher deve ancora trovare il modo per massimizzare la macchina, Kevin Magnussen sembra non essersene mai andato. Q3 centrata e Top 5 in tasca con una partenza dove ha lottato anche con Lewis Hamilton. Cose che non si sono viste spesso in casa Haas.

5. Alpha Tauri: L'Alpha Tauri ha ereditato in misura minore i lati positivi e negativi della Red Bull. Affidabilità da sistemare, macchina comunque che si conferma essere top nel centro-griglia. Non solo Pierre Gasly, ma anche Yuki Tsunoda, che in Bahrain fa sempre faville, hanno dimostrato di poter far male in questo weekend. Giudizio rinviato ad Abu Dhabi con la speranza di non incappare più in problemi ed incendi.

6. Alpine: Hanno forse la coppia migliore del centro griglia, o forse la meglio assortita. Esteban Ocon e Fernando Alonso hanno anche lottato durante il Bahrain e l'ha spuntata il giovane francese. Nulla da tenere conto o segno di una gerarchia ribaltata. Li teniamo alti anche nella speranza di vedere un costruttore vero e proprio poter lottare per i piani alti. I vertici dell'azienda affermano di avere anche la velocità da pole in canna. Vediamo se è solo una sparata o avranno il circuito preferito. 

7. Alfa Romeo: Un po' troppo pessimisti su un'Alfa Romeo capace di essere prima degli altri in qualifica e di avere un Valtteri Bottas nelle prime sei posizioni e un Guanyu Zhou a punti? Può darsi, ma forse ci convincono più altri team. Tra le due motorizzate Ferrari sembra essere più in forma Haas, anche se Bottas è sembrato rinvigorito da questo nuovo progetto. Forse ci smentiranno, ma la sensazione è che partono un pochino più indietro rispetto agli altri. 

8. McLaren: Ahi, ahi, ahi. Come cambia la vita nel giro di tre settimane. Dai giri preoccupanti, in senso buono e mondiale, della Spagna ai giri preoccupanti, in senso negativo e distruttivo, della settimana in Bahrain. Hanno rubato il passo a Lando Norris e Daniel Ricciardo che affogano sotto i problemi in zona freni del team inglese. Da capire se è solamente questione di fit con il circuito oppure sono problemi che si porteranno dietro per tutta la stagione. Se fosse la seconda, come per la Mercedes, difficile ribaltare la situazione. 

9. Aston Martin: Forse il team peggiore di tutti. Piani quinquennali, sparate da mondiale, aggiunte di peso nel team ingegneristico e strategico per poi avere questa macchina qui. Male nel giro secco, un po' meglio sul passo gara. Hanno anche avuto la sfortuna di dover arrangiare al volo un sedile per Nico Hulkenberg. Cercasi una risposta subito in Arabia Saudita. 

10. Williams: In piccolo da ripetere la stessa cosa detta per Alpha Tauri. Il team inglese ha ereditato i problemi di mamma Mercedes, però ha trovato un Alexander Albon in forma strabiliante capace di lottare e risalire la griglia. Albon come Russell? É troppo presto, però Jost Capito spera di aver trovato il leader per i prossimi anni. 

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Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 marzo 2022 alle 15:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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