Una delle novità più chiacchierate del Mondiale di Formula 1 riguarda il desiderio di tornare a correre in Africa, continente assente dal calendario da oltre trent’anni. Secondo le parole di Stefano Domenicali, presidente e CEO del Formula One Group, il confronto più avanzato sarebbe con il Rwanda, pur non escludendo la candidatura del Sudafrica.
“Ci siamo impegnati a individuare una soluzione per un Gran Premio in Africa, visto che manca da tempo nel nostro circuito globale”, ha dichiarato Domenicali in un’intervista a Autosprint. Da quanto trapela, il dialogo con le autorità ruandesi appare più evoluto, mentre il Sudafrica – che in passato ha accolto il Circus sul celebre tracciato di Kyalami – vorrebbe rilanciare la propria proposta, lasciando intendere di non essere affatto fuori dai giochi.
La possibilità di un evento in Rwanda cattura la fantasia di molti appassionati, data la crescita economica e turistica del Paese, che mira a promuovere un’immagine dinamica e moderna. “Le discussioni più avanzate sono con il Rwanda,” ha specificato Domenicali, aggiungendo però che “non parliamo di tempi brevi”. Dall’altro lato, il Sudafrica ha rinnovato i propri contatti, sperando di sfruttare una tradizione ben radicata nel motorsport, che risale all’epoca dei grandi eroi della Formula 1.
Tale interesse si spiega con la visione della massima serie di aprirsi a nuovi mercati e a nuove platee, in modo da consolidare il suo ruolo di piattaforma sportiva planetaria. Un GP in Africa segnerebbe un momento storico, capace di unire competizione e promozione territoriale. “È un’area che merita di rientrare nel calendario, ci stiamo lavorando”, ha ribadito Domenicali, non svelando però ulteriori dettagli sul possibile layout del circuito o sulla location definitiva.
Per i fan, l’ipotesi di vedere una gara nel continente africano scatena entusiasmo e curiosità: c’è chi sogna un tracciato urbano, chi rivorrebbe un impianto ricco di tradizione e chi immagina uno scenario completamente nuovo. In ogni caso, l’organizzazione richiederà uno sforzo imponente in termini di infrastrutture e logistica. Resta da capire se il progetto ruandese riuscirà a trovare fondi e garanzie adeguate per convincere la FIA e i team, nonché se il Sudafrica intenda rilanciare con forza un piano concreto, in grado di riportare la Formula 1 lì dove la storia si fermò anni fa.
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