La lunga intervista di Max Verstappen ai microfoni di Sportweek condotta dal giornalista Davide Chinellato.
"Guardare la gara in TV da bambino era un’esperienza unica. A Monza c’è tanta storia: il luogo dove si trova la pista, il parco, tutto è davvero affascinante. Ora che ci ho corso, mi piace ancor di più vedere i tifosi che si radunano nel parco e ammirano la pista. Attorno a questa gara ci sono sempre tante emozioni. Il momento più bello? Vincere e salire sul gradino più alto del podio. Monza è una pista molto particolare perché devi correre sapendo che la macchina si muoverà molto. Mi piacciono le ultime modifiche apportate, con più grip, che sono positive per tutti. Mi piace davvero, e adoro i tifosi italiani: la loro passione per i motori è enorme, ed è proprio per questo che si impegnano sempre al massimo.
Per quanto riguarda i cordoli nelle prime due chicane, li modificerei un po’, in modo che con una Formula 1 si possa passarci sopra senza problemi. Mi piace la pista in generale, ma credo che le prime due chicane, per essere un po’ più divertenti, avrebbero bisogno di cordoli simili a quelli del 2008, che permettano di salirci più facilmente.
Tifo contro? Ovviamente, quando non corri per la Ferrari e finisci per battere la Ferrari, i tifosi te la prendono un po’ con te. È normale, non l’ho mai vissuta come una cosa personale. Ma ad Imola i tifosi cantavano il mio nome, è stato davvero emozionante da vedere.
Qualsiasi piatto a base di pasta, soprattutto se fatta in casa con qualche tocco personale. Ho passato così tanto tempo in Italia, correndo con i kart, che la cucina italiana ha sempre avuto un posto speciale per me. Fuori dalle corse? Mi piace rilassarmi, ma allo stesso tempo odio arrivare in ritardo. È importante gestire bene il tempo, però cerco anche di concedermi momenti di relax, specialmente con un calendario così fitto e il jet lag che complica tutto. A volte serve solo staccare la spina. In Italia ci sono praticamente cresciuto. Sono cresciuto correndo con i kart e lavorando con squadre italiane come la CRG e il proprietario Giancarlo Tinini. Ho tanti ricordi speciali, dal cibo ai diversi circuiti e territori che ho visitato. Viaggiare per l’Italia è stato incredibile."
Sim racing? Li amo per due ragioni: il primo è che posso correre con diversi tipi di macchine, il secondo è che ho una mia squadra per far crescere giovani talenti. Il nostro obiettivo è scovarli da giovani e farli diventare piloti più forti, capaci di vincere gare per il team. Nel mio team GT3 abbiamo già portato un sim-racer alla vittoria: lo scorso anno a Spa in categoria abbiamo vinto e chiuso noni assoluti. È stato un momento speciale, vedere un pilota virtuale ottenere successi anche nella realtà. Voglio continuare così, cercare altri talenti digitali pronti a salire su una vera macchina. Mi piace molto giocare a padel, è qualcosa che mi sto godendo e che non ha nulla a che vedere con il mondo delle corse."
Ho sempre amato le correre, non ho mai messo in discussione. Il calendario è però molto impegnativo, e penso sia fondamentale circondarsi di veri amici con cui condividere il tempo libero o i momenti tra una gara e l’altra. Ho alcune persone così, ma non è mai semplice trovare il giusto equilibrio. Colleghi-amici? Credo che, in generale, andiamo tutti d’accordo. Ovviamente in pista ognuno cerca di superare gli altri, ma tra noi c’è rispetto reciproco. Il ruolo di papà? È chiaro che ha avuto un ruolo. Però credo che la cosa più importante sia la mia determinazione: non conta se i tuoi genitori hanno corso, se ami uno sport la cosa fondamentale è quanto vuoi avere successo e quanto sei disposto a fare per raggiungerlo. A fare la differenze è non essermi mai accontentato. Non ho mai pensato di essere abbastanza forte e ho lavorato sempre duramente. Il talento è fondamentale, ma da solo non basta per arrivare in cima: conta la dedizione e la volontà di migliorarsi continuamente"
Non è camabiato tanto per me - dopo la nascita di Lily - perché la mia compagna aveva già una figlia e negli ultimi anni ho avuto bambini attorno. Diventare padre è stato un cambiamento importante, anche se bello, e ora mi dà un altro motivo per tornare a casa e godermi il tempo con la famiglia. A me però interessa soprattutto la pista: voglio continuare a ottenere risultati e concentrami su come essere un pilota migliore e migliorare la macchina. Questo mi interessa di più che diventare una star. Non mi interessa essere considerato uno dei migliori. Sono semplicemente felice di fare quello che amo."
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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