Loïc Serra, direttore tecnico della Ferrari, ha offerto una lettura molto chiara del tema delle cosiddette aree grigie in Formula 1. Nel corso della tradizionale conferenza stampa che precede il pranzo natalizio di Maranello, Serra ha difeso il concetto di esplorazione tecnica. Per l’ingegnere francese, le zone grigie non sono scorciatoie, ma il frutto naturale della creatività umana. Un messaggio che si inserisce perfettamente nel clima di transizione verso il 2026.

Zone grigie come estensione naturale dell’ingegno umano

Serra ha voluto subito ribaltare il significato stesso del termine. "Quello che chiamiamo zone grigie non è altro che la creatività degli esseri umani, il pensare a cose che non sono mai state pensate prima", ha spiegato, allontanando l’idea che si tratti di forzature o scorrettezze. Nel suo ragionamento, la Formula 1 è per definizione un laboratorio continuo, dove ogni regolamento rappresenta un perimetro da esplorare, non una gabbia immobile. Le zone grigie, quindi, non nascono da un buco normativo casuale, ma dalla capacità delle persone di interpretare e spingere i concetti oltre ciò che è stato già visto. È una visione che restituisce centralità all’uomo e al pensiero, più che al semplice testo regolamentare.

Nuovi regolamenti e fasi immature, perché le differenze emergono

Il direttore tecnico Ferrari ha poi collegato il tema delle aree grigie alla fase iniziale di ogni nuovo ciclo regolamentare. "Un nuovo regolamento non cambia il quadro generale, cambia il campo di esplorazione", ha chiarito, spiegando che all’inizio tutto è inevitabilmente immaturo. In queste fasi è più facile vedere grandi differenze tra i team, perché i concetti tecnici non sono ancora convergenti. Serra sottolinea come questo sia un processo naturale, non un’anomalia. Quando le regole sono giovani, le interpretazioni sono più ampie e il ventaglio delle soluzioni possibili è molto più aperto. È proprio in questo momento che emergono le idee più radicali, alcune destinate a sparire, altre a diventare nuovi standard.

Il 2025 come prova che il margine esiste sempre

Per rafforzare il concetto, Serra porta l’esempio della stagione appena conclusa. "Guarda il 2025, hai visto zone grigie, tantissime", ha ricordato, andando contro la convinzione diffusa che i regolamenti ormai non offrano più spazio di manovra. Secondo il tecnico Ferrari, l’idea che non ci sia più margine è semplicemente falsa. "Tutti pensavano non ci fosse spazio, ma la creatività umana non ha limiti", ha aggiunto, spiegando come nuove idee emergano continuamente. Non solo a ogni stagione, ma addirittura settimana dopo settimana. Serra descrive un ambiente in cui ingegneri e tecnici arrivano costantemente con soluzioni inedite, capaci di sorprendere anche chi lavora nel cuore dei team. È questo, secondo lui, il vero fascino della Formula 1, un ecosistema dove l’innovazione non si esaurisce mai e dove le aree grigie non sono un problema da eliminare, ma il segnale che la ricerca non si è fermata.

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Sezione: News / Data: Dom 28 dicembre 2025 alle 13:40
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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