Max Verstappen non dimentica il Mondiale perso per due punti e, durante la visita alla fabbrica Red Bull di Milton Keynes, sceglie di rilanciare partendo dall’orgoglio. Accanto a lui c’è Laurent Mekies, oggi figura centrale nel nuovo assetto del team, e il messaggio è chiaro, diretto, senza troppi giri di parole. La Red Bull ha saputo reagire, altri no. E il riferimento, nemmeno troppo velato, porta dritto a Maranello. Nel celebrare la seconda parte di stagione della squadra di Milton Keynes, Verstappen sottolinea ciò che per lui fa la differenza tra chi vince e chi resta intrappolato nei propri problemi. Non è solo una questione tecnica, ma di mentalità, di velocità di reazione, di capacità di trasformare una crisi in un punto di ripartenza.

Il riferimento sott'inteso alla Ferrari

"Perdere un titolo per così poco fa male, inutile nasconderlo, ma ciò che conta davvero è la reazione. Essere riusciti, nella stessa stagione, a lasciarci alle spalle momenti complicatissimi e tornare a vincere è qualcosa di cui andare fieri. Non tutti ci riescono, c’è chi per arrivarci impiega pochi mesi e chi invece ha bisogno di molti anni", è il senso del messaggio lanciato dall’olandese davanti agli uomini del team.

Una frase che pesa, soprattutto perché arriva in un contesto ben preciso. Mekies conosce bene le dinamiche Ferrari, le lentezze strutturali, le difficoltà nel cambiare rotta rapidamente. E Verstappen sembra voler marcare proprio questo punto: la Red Bull ha sofferto, ha sbagliato, ma non si è mai fermata. Ha continuato a lavorare, correggere, sperimentare, fino a ritrovare competitività. Il riferimento a chi “non vince da tempo” non viene mai esplicitato, ma nel paddock nessuno ha dubbi su quale sia il destinatario principale. Ferrari arriva al 2026 dopo un 2025 definito internamente come di transizione, con sviluppi sacrificati e un’attesa enorme legata al nuovo regolamento. Una scelta che Verstappen, indirettamente, mette in discussione.

Il messaggio è anche politico. Red Bull rivendica una cultura del risultato immediato, della reazione rapida, dell’efficienza decisionale. Un modello opposto a quello di una struttura che, come Maranello, continua a convivere con processi più complessi e con tempi di risposta più lunghi. Ed è proprio su questo piano che la stoccata diventa più profonda.

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Sezione: News / Data: Ven 12 dicembre 2025 alle 19:10
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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