Una Silverstone che non ci dimenticheremo. Anzi, ha sfondato la porta della storia e c’è entrata con cattiveria. Non solo per la novità della qualifica Sprint, ma sopratutto per l’incredibile e eclatante botto tra Lewis Hamilton e Max Verstappen che ha costretto l’olandese ad un passaggio in ospedale. Come normale dopo situazioni di tensione del genere, sono volati gli stracci nel post gara. La Mercedes si sporca le mani come mai fatto finora e ora si avvicina pericolosamente ad una Red Bull più forte, ma che vacilla di fronte a questa aggressività. Nessun spostamento nel nostro power ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie e degli attuali rapporti di forza.
1. Red Bull (-): Doppio zero per gli anglo-austriaci che rimangono i più forti e i più veloci in pista, ma ora devono fare attenzione perchè hanno messo paura alla Mercedes e spesso la paura ti si può ritorcere contro, come ha ben visto Max Verstappen. Mai visto così aggressivo in partenza Lewis Hamilton, ma soprattuto mai sentito così freddo e spietato davanti ai microfoni, segno che Max Verstappen è entrato nella testa del campione, ma che quella testa è di tempra forte. Il grande lavoro fatto da Montecarlo in avanti è stato dissipato con una sola manovra e ora tutto è da rifare. In Ungheria per la risposta, per evitare che questa Silverstone venga ricordate come Hockenheim 2018 per i tifosi della Ferrari.
2. Mercedes (-): Già dalla qualifica venerdì avevamo assaporato che sarebbe stato un weekend particolare. Poi il sabato sono arrivate le prime avvisaglie, il primo giro della domenica è da manuali di storia. Furbo Hamilton perchè rimane al centro della pista con Verstappen, “sbagliando” completamente il punto di corda, mentre con Charles Leclerc chiude stretto vicino al cordolo. Dimenticandoci però del contatto iniziale, il sette volte campione del mondo sfodera una seconda parte di gara da cannibale sulle gomme bianche, con le quali si mangia la Ferrari in un solo boccone e cancella i dieci secondi di penalità. Valtteri Bottas da dimenticare: relegato ormai a uomo-scudiero, si fa battere sonoramente da Leclerc e deve ringraziare gli errori ai box della McLaren per il podio. Mercedes avvoltoio senza pietà.
3. McLaren (-): É schizofrenica la lotta per il terzo posto, ma la McLaren ancora una volta riesce a massimizzare la prestazione in una pista in cui la Ferrari era nettamente più veloce. Il bottino di punti trovato smorza l’entusiasmo della Ferrari, merito sopratutto di un Daniel Ricciardo dalle spalle larghe e dalla mentalità forte che ha resistito per venti giri davanti ad un Sainz in zona DRS. Arrivano anche le interviste di coppia, segno di un feeling che sta sbocciando tra tutti i componenti. Ventidue punti in una gara in cui c’erano tre scuderie più forti di te significa grande presenza di spirito e Lando Norris continua ad essere terzo nella classifica piloti. Grande stagione per gli inglesi.
4. Ferrari (-): Aggiungere Silverstone alla lista del rammarico 2021. Stavolta però è un rammarico sorridente: cinquanta giri in testa per Charles Leclerc e per ampi tratti della gara la macchina più veloce in pista. Poi lo stint con la gomma bianca non è andato così bene per tenere la testa per almeno altri due giri, complice anche il tappeto rosso steso da Lando Norris e sistemato da Valtteri Bottas in favore di Hamilton. Ma è un weekend positivo, soprattutto per l’equilibrio trovato tra qualifica e gara. Sarebbe stato più vicino alla perfezione con il sorpasso di Sainz su Ricciardo con lo spagnolo che paga tantissimo il contatto con Russell nella qualifica sprint, i venti giri non riesce ad avere la meglio sull’ex Red Bull e la pistola che non ha funzionato al pit stop. Bene così però.
5. Alpha Tauri (-): Con Ferrari così competitiva trovare punti pesanti era chiedere troppo. Però in qualsiasi modo l’Alpha Tauri è lì, a giocarsela sempre anche quando Pierre Gasly non è in giornata (rarissima volta in questo campionato) perchè Yuki Tsunoda trasforma una doppia 16esima posizione tra qualifica e qualifica sprint in un punto, il decimo del suo campionato. Il rookie giapponese è stato uno dei migliori a far durare le gomme e ha conquistato così posizione. Primo vero weekend di difficoltà per il pilota francese, invece. Fuori dalla Q3 per la seconda volta in stagione, sempre in difficoltà. L’unico momento di gioia è stato bloccare Sergio Perez per diversi giri in gara, rovinandogli la gara.
6. Aston Martin (-): Qua il rammarico c’è invece perchè il punto dell’Alpha Tauri poteva essere loro e anche qualcosa in più. Perchè Lance Stroll fa il suo, portando a casa quattro punti partendo dalla 14° posizione, mentre Sebastian Vettel si rovina con le mani sua. Letteralmente perchè nella seconda ripartenza, quando era addirittura sesto, apre troppo presto il gas e si gira, scivolando nelle retrovie e compromettendo una gara conclusa con il ritiro. Rimane però competitiva in una pista molto più favorevole all’Alpine.
7. Alpine (-): I più forti del centro-griglia. Fernando Alonso è stato il dominatore dello spettacolo della qualifica sprint. Partenza super, onde per non dare la scia, tante lotte ingaggiate con McLaren e Vettel e in gara, invece, è stato sornione e ha fatto da leader dalla settima posizione in giù. Telaio nuovo invece per aiutare un Esteban Ocon spento dopo il rinnovo. Il weekend non parte nei migliori dei modi, ma dal 13esimo posto in qualifica riesce sempre a guadagnare qualcosina. Decimo nella Sprint, nono la domenica. Piccoli passi, dopo quelli indietro rispetto al 2020, però un weekend solido.
8. Alfa Romeo (-): La situazione più frustrante del paddock è la loro. Non così scarsi da non avere alcuna speranza come Haas, non così forti come Alpine o Aston Martin per poter andare a punti ripetutamente nelle piste a loro congeniale. I più continui dalla 12esima alla 15esima posizione. Intorno a loro cambiano gli interpreti, mentre loro sono la solida certezza di quella parte griglia e la classifica generale lo dimostra. Nessun picco alla George Russell, anzi gli unici highlights sono i combattimenti tra Perez e Raikkonen e il lungo del finlandese ad inizio gara.
9. Williams (-): Inizia ad essere allarmante lo score in partenza di George Russell: seconda Q3 consecutiva, ribadita e cementificata dalla buona prestazione nella qualifica sprint, per poi scivolare inesorabilmente posizione dopo posizione in gara. Okay, la macchina di basso livello ma è davvero particolare come Russell riesca ad estrapolare la massima prestazione sul giro secco e non in gara. Continuano però i passi avanti per la scuderia inglese.
10. Haas (-): Muove la classifica dello scontro interno Nikita Mazepin, almeno in gara dove riesce a battere Mick Schumacher.
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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