Era difficile alzare il tiro dopo la grandissima gara di Silverstone, invece l’Ungheria riesce nell’ardua impresa. Partenza pulp sotto la pioggia, bandiera rosse, folli ripartenze soliste, leader inaspettati, rimonte shock, prime vittorie e primi punti e podi rimodellati anche due ore dopo dalla fine della gara. Una gara da prendere con le pinse, anche se ha ribaltato la testa del mondiale. Un duro colpo al morale della Red Bull, un caldo che ha steso Hamilton, Verstappen e molti altri. Un mondiale così bello e acceso che non lo vedevamo da anni. Diversi spostamenti nel nostro power ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie e degli attuali rapporti di forza.
1. Red Bull (-): Ahi, ahi Red Bull. Non solo perchè hai perso le teste delle classifiche mondiali o perchè la tua gara era finita dopo un solo giro, ma perchè era dal Portogallo che non vedevamo la Mercedes nettamente superiore alla scuderia anglo-austriaca. Si è visto in qualifica, si era visto sul passo gara nelle libere e probabilmente si sarebbe visto anche in gara anche se Verstappen avrebbe potuto tamponare le perdite con un secondo posto alla portata. É stato già abbastanza fenomenale a tamponare le perdite e a prendersi due punti in una gara con il fondo squarciato. Ha passato il doppio dei giri in testa di Hamilton, eppure rincorre. É il più forte e ha il sapore di beffa non chiudere la prima parte di stagione in testa al mondiale.
2. Mercedes (-): Quando pensi di aver chiuso i conti con la fortuna, la fortuna torna sempre a darti una mano. Anche quando la tua scuderia compie una scelta complessa e, a posteriori, errata e non ti permette di vincere la gara. Bottas fa la cosa più utile di tutto il campionato, buttando fuori entrambe le Red Bull ad inizio gara. Il muretto box, con la decisione di non far rientrare Hamilton ai box, ha perso l’occasione di ammazzare il campionato, ma noi ci aspettiamo che prima o poi la fortuna volti le spalle alla Mercedes. Hamilton è un pilota pazzesco, capace di una rimonta micidiale e di un ritmo insostenibile e fuori scala con le gomme nuove. Ma quest’anno meritava un passivo nei confronti di Verstappen ben oltre i 30 punti e invece è in testa.
3. Ferrari (+1): C’è da fare gli applausi a questa Ferrari, anche lei alle prese con i brutti rapporti con la Dea Fortuna. Perchè Montecarlo, Silverstone e ora anche Ungheria erano le possibilità di vittoria per la Rossa, ma prima l’effetto domino di Stroll con Leclerc e poi gli unsafe release nella pitlane e il tappo di Latifi con Sainz non hanno permesso alla Ferrari di mostrare tutto il passo gara mostrato dalla Francia in avanti. Netti passi in avanti per la Rossa che ha mostrato una passo gara da vetta con la gomma gialla per la seconda gara consecutiva. Con la bianca meno e la qualifica va rivista, anche se Leclerc non centra il 5° posto per uno spiffero. Un altro podio, ma altro credito con la fortuna. Ah e Sainz batte Leclerc in questa prima parte di stagione, una notizia davvero sorprendente.
4. McLaren (-1): Dura lottare per il terzo posto se questo è il Daniel Ricciardo della McLaren. Sulla gara c’è pochissimo da dire, se non sottolineare l’ennesima partenza fenomenale di Lando Norris prima di essere tamponato. Daniel Ricciardo fa di tutto per rimanere davanti a Max Verstappen, ma anche la sua di monoposto era squarciata. Però l’australiano e la McLaren sembrano ancora due corpi scollati uno dall’altro e alla lunga la maggiore velocità di adattamento di Sainz potrebbe pagare molto di più.
5. Alpha Tauri (-): In una gara in cui Alpine e Aston Martin si prendono i grandi riflettori nelle prime posizioni, l’Alpha Tauri continua ad essere solida e meno appariscente ma molto continua e con tanti punti a referto. Gasly si conferma un pilota da qualifica come pochi, tante conferme e solidità in una gara pazza in cui è fondamentale essere lucidi e soprattutto, visto il distacco da Tsunoda, hanno fatto un piccolissimo piacere anche alla casa madre Red Bull col giro veloce per il francese. Incredibilmente forte, solido e potente anche il giapponese che si è messo a ruota del compagno di squadra, portando tanti punti in una gara delicata.
6. Alpine (+1): Wow! L’Ungheria 2021 è come Monza 2020, gara totalmente senza alcune basi di logica vinta da un francese. Ma la grandissima vittoria dell’Alpine è solo il frutto di un weekend passato spesso e volentieri nella top ten delle varie sessioni e anche delle qualifiche. Ocon si iscrive di diritto nella nuova generazione dei 96-99 che scriveranno le pagine della storia della Formula 1. Un periodo di appannamento post rinnovo concluso in maniera brillante, dimostrando una lucidità e una resistenza impressionanti. Una vittoria di squadra come ne ricordiamo poche perchè l’operazioni di rallentamento con i dieci giri di difesa da manuale di Fernando Alonso su Lewis Hamilton sono un’opera d’arte e, soprattutto, sono stati vitali per la vittoria. Ben fatto, governare il caos non è mai semplice.
7. Aston Martin (-): Indecisi fino all’ultimo se optare per questo cambio di classifica o meno, alla fine la scuderia inglese torna a casa con un pugno di mosche e uno Stroll penalizzato e che ha fatto la figura dello scemo. Peccato per Sebastian Vettel, sensibile come sempre fuori dalla pista, glaciale e quasi perfetto dentro. Finisce corto di qualche metro l’undercut tentato su Ocon e più di una volta ha portato la sua Honey Rider al limite per mettere in difficoltà uno stoico francese. L’epilogo con la benzina finita lo priva di un podio e di un riconoscimento che avrebbe stra meritato, ma vedere sorridere, combattere e lottare Seb è sempre una gioia per gli occhi.
8. Williams (+1): Le lacrime di Russell. Si può riassumere così un weekend esaltante per la storica scuderia inglese. Se non ci fossero stata quell’Imola, quella pessime partenze dopo le straordinarie Q3, se non ci fossero state quelle gare in solitaria all’ultimo posto, tutta quella gioia, racchiuse nelle lacrime, di Russell non l’avremmo vista. Nella pazza domenica ungherese è stata una delle tante storie, proprio nel primo weekend stagionale in cui si era piantato in Q1. Fa ancora più sorridere però sapere che il suo compagno di squadra Nicolas Latifi l’ha battuto (Russell ha perso pochissimi scontri diretti in tre anni) e ad un certo punto era anche terzo. Da sottolineare che l’inglese, ad un certo punto, era secondo poi per paura di penalità per unsafe release si è auto azzoppato.
9. Alfa Romeo (-1): Solo la squalifica di Vettel fa entrare Kimi Raikkonen in zona punti, sennò un altro weekend desolante e disastroso per la scuderia italiana. Antonio Giovinazzi penalizzato pesantemente e con cattiveria dalla commissione di gara per non aver inserito il limitatore in pitlane, mentre la stessa commissione ha usato il guanto leggero per i vari Stroll, Hamilton e Bottas. Poi non sono letteralmente mai entrati in corsa per i grandi piazzamenti. Solo che gli altri si sono eliminati piano piano e qualcuno doveva pur prendere dei punti. Ma erano settimane che parlavamo del pericolo Williams.
10. Haas (-): Finalmente un po’ di Haas. Nessun passo in avanti, nessuna prestazione interessante o note positive per il futuro ma il rimescolamento delle carte promosso dal Comitato Botti di Curva 1 ci ha permesso di vedere qualche difesa interessante da parte di Mick Schumacher. Soprattutto la prima su Max Verstappen è stata solida, attenta contro una manovra aggressiva dell’olandese. Bene così per Mick che almeno ha finito la gara, dopo aver saltato la qualifica, rispetto a Mazepin.
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