Dal trionfo con la Brawn a una lettura più lucida del 2009

La stagione 2009 rimane il momento più luminoso della carriera di Jenson Button: il titolo iridato conquistato con la sorprendente Brawn BGP 001 ha segnato un’epoca, complice un avvio di campionato quasi perfetto. Eppure, lo stesso pilota inglese invita a guardare oltre l’aura mitica di quella monoposto. Pur essendo superiore alla concorrenza nelle prime gare, non era priva di limiti strutturali. Il passaggio dai regolamenti ricchi di carico aerodinamico del 2008 a quelli più scarni del 2009 produsse vetture veloci ma ancora immature, e la Brawn non faceva eccezione. Il suo vantaggio iniziale si basava più sulla rapidità con cui il team aveva compreso le nuove norme che su una superiorità tecnica assoluta.

La McLaren del 2011 e la ricerca della perfezione tecnica

Quando ripensa alle sensazioni al volante, Button indica come punto più alto un’altra fase della sua carriera: la stagione 2011 con la McLaren MP4-26. Secondo lui, quella sì fu una vettura pienamente sviluppata, equilibrata e capace di esprimere un potenziale più elevato della Brawn. Nonostante la supremazia della Red Bull di Vettel, Button seppe portare a casa vittorie, costanza e un secondo posto mondiale costruito con maturità. Quel progetto rappresentava per lui il connubio ideale tra velocità pura e precisione nella guida, un equilibrio che nemmeno il titolo del 2009 riuscì a restituirgli allo stesso modo.

Ricordi speciali e la BAR del 2004 come simbolo di libertà di guida

Curiosamente, pur non avendo vinto neanche una gara nel 2004, Button ricorda la BAR-Honda 006 come una delle vetture più divertenti della sua carriera. Con una configurazione aerodinamica particolare, compresa un’ala posteriore flessibile allora permessa, offriva una maneggevolezza che lo rendeva competitivo e costante, tanto da garantirgli dieci podi in un campionato dominato dalla Ferrari. Se la Brawn rappresenta il picco dei risultati, la BAR e la McLaren incarnano per lui il piacere puro della guida e l’impressione di avere tra le mani auto più complete. Un paradosso solo apparente che rivela quanto, per un pilota, il valore di una monoposto vada ben oltre la bacheca dei trofei.

Sezione: News / Data: Lun 17 novembre 2025 alle 11:47
Autore: Francesco Franza
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Francesco Franza
Ho 37 anni, sono nato e cresciuto a Roma e mi sono laureato in Comunicazione e Multimedialità presso l’Universitas Mercatorum con 107/110. Lavoro come IT Support Professional, ma collaboro con F1-News.eu per costruire la mia carriera nella comunicazione, la mia più grande passione. Amo i motori da sempre e i trionfi di Schumacher in Ferrari
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