Gilles Villeneuve ha cambiato la Formula 1 per sempre, e tutto cominciò esattamente il 16 luglio 1977, a Silverstone. Quel giorno il paddock scoprì un talento fuori dal comune, destinato a scolpire il proprio nome nella leggenda. Al volante di una McLaren-Ford numero 40, iscritta per una sola gara, il canadese fece il suo debutto nel Mondiale in modo a dir poco travolgente.

Pochi avevano sentito parlare di lui prima di allora. Ma bastarono pochi giri perché il suo stile di guida, tanto spettacolare quanto istintivo, conquistasse tutti. Nonostante si trattasse di una macchina privata, Villeneuve riuscì a piazzarsi in nona posizione in qualifica, precedendo piloti ben più blasonati e con vetture ufficiali. Una prestazione che parlava chiaro: c’era qualcosa di speciale in quel ragazzo venuto dal Québec.

 

Durante la gara, la sua condotta fu ancora più sorprendente. Girò con tempi molto vicini ai leader, senza alcun timore reverenziale, con quella grinta che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica. “Questo ragazzo è pericoloso. Va troppo forte per essere reale”, sbottò James Hunt, all’epoca campione del mondo in carica, parlando con Teddy Mayer, il capo della McLaren. Un giudizio che, letto oggi, suona come una profezia più che una critica.

Il talento selvaggio di Villeneuve fece così tanto rumore che, pochi mesi più tardi, fu lo stesso Enzo Ferrari a volerlo a Maranello. Il Drake aveva intravisto in lui lo spirito combattivo e la passione pura che cercava in un pilota. Nacque così un legame indissolubile tra l’uomo e il Cavallino Rampante, capace di entrare nel cuore dei tifosi e di scrivere alcune delle pagine più emozionanti della storia della F1.

Quel 16 luglio, su un circuito britannico bagnato di storia, iniziò qualcosa che andava oltre la cronaca sportiva. Fu l’inizio di un’epopea, quella di un pilota che non vinceva solo per i risultati, ma per il modo in cui affrontava ogni curva, ogni duello, ogni rischio. Da quel giorno, la Formula 1 non sarebbe mai più stata la stessa.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 luglio 2025 alle 10:52
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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