Dateci un mondiale così e noi saremo felici. Un Gp Imola che ci ha intrigato, emozionato, fatto sobbalzare dal divano, ci ha scaldato gli animi durante una domenica grigia e piovosa in tutta Italia. Pioggia che ha colpito anche il circuito romagnolo, dando un tocco di poetico e di pazzia a tutto lo svolgimento della gara. Max Verstappen risponde ad un Lewis Hamilton tutt’altro che perfetto ma fortunato. Fortuna che, invece, non si è dipinta di rossa. Seconda edizione stagionale del power ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie e degli attuali rapporti di forza.
1. Red Bull (-): Stavolta non ci sono scuse: Max Verstappen è stato meno dominante nel corso del weekend e ha lasciato il meglio per la domenica, dove inequivocabilmente ha marchiato a fuoco il Gp di Imola. Leggermente deludente in qualifica, poi si è preso tutto alla prima occasione possibile: spallata a Lewis Hamilton, prima posizione, ritmo incessante sulla pioggia, nessun errore in un weekend dove anche il Re sbaglia. Meno uno dalla testa del mondiale, ma una cosa è certa: Max può vincere il mondiale. Peccato per Perez che si era intromesso tra i due big sabato, poi troppi errori sulla pioggia. Ha ancora per qualche gara la scusa della macchina nuova.
2. Mercedes (-): Fortunati in casa Mercedes. Hamilton si lascia sbattere fuori pista da Verstappen e nella fretta di recuperare fa un errore da pollo alla Tosa, finendo lungo. La gara sarebbe finita per chiunque non si chiami Lewis di nome che ha la consueta botta di fortuna che lo rimette in corsa: il presente compagno Bottas e il futuro Russell ingaggiano una lotta senza senso, rischiano di farsi malissimo e si sbattono fuori a vicenda. L’ala danneggiata dall’inglese si sostituisce con la safety car e Hamilton può rimontare, negando alla Ferrari un podio meritato. Forti come al solito ma anche fortunati. Occhio che Bottas sembra in crisi mistica e anche il mondiale costruttori potrebbe essere più aperto del solito.
3. McLaren (-): Ma quanto è bello rivedere la McLaren issarsi così in alto nelle classifiche. Dopo un venerdì interlocutorio, sabato sboccia l’arancione: solo il track limits alla Piratella nega a Lando Norris il terzo posto in qualifica, terzo posto che poi si è preso con tanta astuzia e sagacia nella gestione delle gomme. Soft al rientro per attaccare Leclerc, poi testa e piede accurato per lasciarle vivere fino alla fine. Ricciardo senza acuti, ma accumula punti preziosi sempre. Sa di non avere ancora il feeling necessario per essere alla pari di Norris, ma porta a casa punti pesanti in ottica mondiale.
4. Ferrari (-): Dopo Imola possiamo dirlo con maggiore certezza: la Ferrari è tornata ai livelli che quantomeno le spettano. Lì in lotta per le prime posizioni sia il sabato che la domenica. La scelta di caricare l’aerodinamica ha pagato fino ad un certo punto: con un po’ di pioggia in più si sarebbe potuto pensare più in grande. Ma in realtà bastava che non si fosse sventolata la bandiera rossa che ha azzerato il grande vantaggio che aveva Leclerc su Norris. Solidissimo Sainz, dopo l’errore in qualifica. Charles, grande capitano guidaci verso il futuro.
5. Alpha Tauri (+1): L’unico scossone arriva dai padroni di casa dell’Alpha Tauri perchè sembrano avere maggiori certezze rispetto a due team da podio nel 2020 come Aston Martin e Alpine. Super qualifica di Pierre Gasly, meno quella di Yuki Tsunoda che frantuma la macchina al muro. Poi la domenica sembrava nefasta: la strategia sulla full wet ha mandato presto in crisi il pilota francese che sembrava aver perso la chance. Poi la bandiera rossa a rimescolare tutti e Gasly centra il settimo posto dietro alle solide McLaren e Ferrari. Una gara complicatissima, invece, per Tsunoda che risponde, però, con una grande partenza e una costanza non indifferente per un rookie. Gran lavoro.
6. Aston Martin (-1): Nuova settimana, nuova posizione persa: Vettel è ormai il fratello fin troppo riconoscibile a quello del 2020, mentre Lawrence Stroll pensava di ritrovare un tedesco formato 2018. Il ritiro sul finale è solo la chiosa di un feeling non ancora sbocciato tra l’ex Ferrari e la scuderia inglese. Stroll, invece, fa il suo lavoro. I piccoli cambiamenti regolamentari sono andati a tagliare di molto l’aerodinamica perfetta del telaio Mercedes e ciò ha risentito anche sui cugini furbi. Il canadese, però, fa il suo lavoro e si piazza in Top Ten per la seconda volta.
7. Alpine (-): Il passaggio Renault-Alpine è molto più traumatico di quello che ci si poteva pensare. Anche qui si conferma il trend di pilota al secondo anno-pilota appena arrivato: Esteban Ocon è pimpante, entra in Q3 e porta punti, resiste anche agli assalti di un Alonso che si è sfracellato negli installation lap della domenica e ha rotto l’ala anteriore. Dopo la Mercedes c’è l’Alpine come scuderia più colpita dal taglio di downforce. C’è tanto da lavorare.
8. Alfa Romeo (-): Invece, Afa Romeo può ringraziare i miglioramenti Ferrari perchè ha trovato una nuova velocità capace anche di regalargli i primi punti della stagione con Kimi Raikkonen che chiude nono. Dire che anche Antonio Giovinazzi poteva ambire alla Top Ten prima che la visiera si incastrasse tra i freni. Tanta sfortuna per il pilota italiano.
9. Williams (-): Latifi prima si infrange sul muro rientrando come un pazzo in pista, poi George Russell viene spinto da un Bottas molto al centro della pista in un punto in cui non si dovrebbe passare. In un weekend in cui la Williams ha filtrato con Q3 e Top Ten nessuno dei due piloti chiude la gara in pista. Un peccato, ma tanti miglioramenti.
10. Haas (-): Mazepin si gira e okay, ci stiamo abituando, ma anche Schumi Jr cade con la pioggia e un circuito molto complicato come Imola. Gara in solitaria per entrambi, gara da pluri doppiati, gara a cui si dovranno abituare i due rookie. Per il momento, Schumi sembra essere più pronto del compagno russo troppo avvezzo allo squilibrio.
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Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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