L’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello doveva rappresentare un gesto liberatorio: chiudere i conti con il passato, respirare aria diversa e finalmente vivere dall’interno ciò che per anni aveva immaginato. Lui stesso aveva parlato del bisogno di “trovare un senso di compimento” e di sentirsi parte della squadra più simbolica dello sport. Ma il quadro si è incrinato rapidamente: l’ultima posizione di Las Vegas, la peggiore per un ferrarista da oltre un decennio, è diventata il manifesto di un inizio che nessuno immaginava così complicato. L’ironia più feroce è che Hamilton si ritrova alle prese con gli stessi difetti di progetto che avevano condizionato gli ultimi anni in Mercedes, come se la fuga dal passato gli avesse riportato esattamente ciò da cui voleva liberarsi.

Un vecchio fantasma che continua a inseguirlo

Le parole del pilota, “voglio chiudere il mio percorso in Ferrari con orgoglio”, raccontano la volontà di resistere, ma la realtà è che l’SF-25 è apparsa subito fragile nelle sue fondamenta. Nel frattempo, indiscrezioni insistono su una Mercedes molto più avanti degli altri nello sviluppo del 2026, mentre Hamilton, che non ha mai nascosto l’ambizione di “non rinunciare all’ottavo titolo”, osserva il quadro tecnico spostarsi nella direzione opposta ai suoi desideri. A quasi quarant’anni, il dubbio che la vera occasione sia sfumata ad Abu Dhabi 2021 è diventato tema di discussione anche tra ex colleghi: Mark Webber commentò che Vettel voleva solo “un giro sulla rossa e poi sayonara”, frase che oggi suona come un rimprovero implicito a chi invece ha creduto di poter riaprire la lotta iridata.

Un box diviso e un futuro sempre più stretto

Il confronto interno con Leclerc è serrato e la sensazione è che, dentro la squadra, la pazienza sia già al limite. A differenza di Alonso e Vettel, che almeno avevano vissuto un avvio positivo, Hamilton non ha ancora avuto un singolo weekend davvero liberatorio. Le parole del sette volte campione  “rifiuto di chiudere questa esperienza con amarezza”, suonano forti, ma poco coerenti con un ambiente che sembra logorarsi a ogni sessione. E se davvero Mercedes dovesse presentarsi dominante nel 2026, il paradosso sarebbe devastante: l’auto che Hamilton ha lasciato potrebbe consegnare il titolo proprio a George Russell. In quel caso non servirebbe chiedersi se abbia sbagliato: basterebbe guardare il suo volto nei box per capire che la risposta è già scritta.

Sezione: News / Data: Mer 26 novembre 2025 alle 09:24
Autore: Francesco Franza
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Francesco Franza
Ho 37 anni, sono nato e cresciuto a Roma e mi sono laureato in Comunicazione e Multimedialità presso l’Universitas Mercatorum con 107/110. Lavoro come IT Support Professional, ma collaboro con F1-News.eu per costruire la mia carriera nella comunicazione, la mia più grande passione. Amo i motori da sempre e i trionfi di Schumacher in Ferrari
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