Anche se Le Castellet non è una pista spettacolare, il livello raggiunto da Max Verstappen e Lewis Hamilton e le loro rispettive monoposto è tale da aver reso tirata, sofferta, al cardiopalma una gara con pochi sorpassi. Vince ancora la Red Bull che piazza due piloti sul podio, rafforzando i primati in classifica prima di una doppia gara di casa in cui si proverà a volare via per la prima  volta nel mondiale. Desaparacida Ferrari in un circuito che non è mai stato nelle sue corde. Nessun spostamento nel nostro power ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie e degli attuali rapporti di forza.

1. Red Bull (-): Stavolta sono loro a vincere facendo una sosta in più. Beffati due volte negli ultimi tre anni così da Lewis Hamilton, stavolta Max Verstappen martella, gestisce, osa e rimonta non dando neanche la possibilità all’inglese di chiudergli la porta nel sorpasso finale. Una pole position, segno che l’olandese sta arrivando anche lì, un errore in partenza che sembrava decisivo. Poi la perfezione, soprattutto con quell’ultimo settore per completare l’undercut. Applausi anche per Sergio Perez che strappa il terzo posto del podio, sancendo definitivamente il passaggio di consegne tra le scuderia: la Red Bull usurpa un feudo Mercedes ed è la scuderia da battere.

2. Mercedes (-): Gli errori iniziano a moltiplicarsi per la Mercedes che anche in questo weekend è stata tutt’altro che perfetta. Lewis Hamilton è stato in sofferenza da venerdì, salvo poi sfruttare a pieno il lavoro fatto nella notte e presentarsi al meglio per la qualifica. Lenti a reagire quando Verstappen si è fermato, pochi lucidi a sfruttare le due punte contro il solo olandese che è stato lasciato livero di fare quello che ha voluto. Valtteri Bottas ci prova ad essere aggressivo, viene incoraggiato dai box, salvo poi scontrarsi con l’ingegnere di pista quando si lamenta della mancata gara a due soste. Tensione alta, errori che avanzano e Red Bull che sembra molto più in palla.

3. Ferrari (-): La gara meriterebbe una discesa negli inferi anche in termini di classifica, ma non vogliamo essere così severi perchè, come detto da Marc Genè, venerdì il passo c’era, sabato l’ottima qualifica si è fatta con Sainz primo degli altri e Leclerc a tamponare le perdite di una serie di libere fatte male. Poi la pioggia, il cambio repentino di condizioni e delle gomme che finivano praticamente subito hanno portato alla peggiore gara dell’anno. Leclerc suona la sveglia per l’anno prossimo in cui non c’è alcun dubbio: vogliamo essere lì davanti e non dietro alla Williams.

4. McLaren (-): Un’altra solidità per gli inglesi rispetto alla Ferrari: nascosti, anzi quasi deludenti il sabato, poi esplodono la domenica dove si riprendono il terzo posto mondiale. La Ferrari non è stata brava a sfruttare il dominio nei cittadini, dove la McLaren è riuscita a tamponare con ottimi risultati alquanti fortuiti e ora è tornata a fare la voce grossa anche con Daniel Ricciardo. L’australiano è sempre dietro ad un Lando Norris sempre fantastico, ma ha iniziato ad alzare il livello anche lui con il sesto posto e questo può essere solo un ottimo segnale per gli inglesi.

5. Alpha Tauri (-): Un altro weekend da aggiungere al palmares dei weekend solidi, a punti, di livello, in cui Pierre Gasly fa la differenza. Il francese unisce velocità sul giro secco a gestione delle gomme e ritmo impressionante. Anche a livello di setup l’Alpha Tauri non sbaglia mai e fa avvicinare anche l’irruento Yuki Tsunoda alla Top Ten. La mini Red Bull funziona, è veloce e sembra essere più in grado di essere una squadra autonoma e non solo satellite. L’Alpine sembrava meglio il venerdì, l’Aston Martin la domenica, ma Gasly le ha battute entrambe.

6. Aston Martin (-): Non è un altro bum di Sebastian Vettel, ma è un gara solida di tutta la squadra soprattutto dal punto di vista strategico. Gomma bianca per entrambi i piloti, migliore gestione del degrado gomme di tutto la griglia con Vettel che le fa durare un’eternità rispetto agli altri. Non saranno punti pesanti (solo 3) ma sono punti dopo una qualifica, dove lì si che la strategia è stata sbagliata con Lance Stroll, che neanche è riuscito a centrare la Q2. Devono sfruttare le due punte contro il solo Pierre Gasly per fare punti in ottica mondiale.

7. Alpine (-): Esteban, attenzione che Fernando Alonso sembra aver ripreso il vecchio manuale delle istruzioni e ora ti sta battendo frequentemente. Weekend in cui sembrava che l’Alpine potesse ambire a qualcosa di più, ma che alla fine si porta a casa punti interessanti per smuovere la classifica, battendo Ferrari con entrambi i piloti. I tanti test fatti nei mesi scorsi al Paul Ricard hanno dato una mano, ma c’è la sensazione che si potesse fare di più perchè alla fine è solo un punto conquistato sull’Aston Martin e due persi dall’Alpha Tauri. Bisogna fare qualcosa in più.

8. Alfa Romeo (-): Weekend complicatissimo per l’Alfa Romeo sull’onda lunga della Ferrari. Kimi Raikkonen battuto due volte da Antonio Giovinazzi, ma primo reale passo indietro dopo una serie di weekend positivi per il team italiano molto più vicino al fondo che alla zona punti. Sensazione che se la gara non offre ritiri o pazze safety car le armi per poter scalare la classifica in questo tipo di piste non ci sono per il Biscione.

9. Williams (-): George Russell ha provato l’impossibile: mettersi dietro entrambi le Ferrari. Per poco non ci riusciva, Leclerc lontano di molto e Sainz appena davanti. Nel grande marasma appena fuori la zona punti l’inglese è uscito in maniera convincente. La zona punti è un miraggio che si può toccare solo se la gara è pazza a livelli folli. Bisogna iniziare a pensare al 2022, sopratutto trovare un degno erede dell’inglese dato che Latifi non sembra dare le necessarie garanzie. Settima Q2 consecutiva per Russell.

10. Haas (-): Un sabato da ricordare per Mick Schumacher che si qualifica per la prima volta in Q2. 15° posizione e primo sorriso a livello generale e non solo a livello di scuderia. Poi la domenica si torna in pista e si soffre ma comunque il tedesco è davanti al compagno di squadra Nikita Mazepin.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 giugno 2021 alle 10:15
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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