Max Verstappen ha lottato fino all’ultima gara, ma la straordinaria rimonta non è bastata per conquistare il quinto titolo consecutivo. Un epilogo che, secondo Helmut Marko, non può essere spiegato solo con ciò che è accaduto in pista. “Dovevamo intervenire perché le prestazioni stavano calando. Se lo avessimo fatto prima, saremmo tornati più velocemente sulla strada giusta e Max Verstappen sarebbe diventato campione del mondo”, ha dichiarato Marko, aggiungendo senza esitazioni: “Ne sono assolutamente convinto”. Per l’ex consulente Red Bull, il nodo centrale è stato il ritardo nel cambiare guida al muretto.
Il vuoto di potere dopo Mateschitz
La frattura interna, secondo Marko, nasce dopo la morte di Dietrich Mateschitz. “Con Didi ho fondato Red Bull Racing nel 2005. La struttura del potere è sempre stata in Austria, le decisioni le prendevamo noi”, ha spiegato. Il rapporto con Christian Horner, però, si sarebbe incrinato quando quest’ultimo avrebbe tentato di rafforzare la propria posizione: “Dopo la morte di Didi, Christian ha fatto di tutto per prendere il controllo dell’azienda con l’appoggio di Chalerm Yoovidhya”. Marko respinge l’idea di una faida personale: “Così è stato raccontato dai media, ma non c’era nulla di personale”.
“Sono stati fatti giochi sporchi”
Il racconto si fa ancora più duro quando Marko guarda agli ultimi anni: “Questi ultimi periodi con Horner non sono stati piacevoli. Sono stati fatti giochi sporchi”. L’austriaco nega con forza alcune accuse attribuitegli: “Non ho mai detto che i messicani siano meno concentrati di altri. Era tutto inventato”. Stessa linea sulle voci tecniche: “Non ho mai affermato che il progetto motori fosse in ritardo o che avremmo perso Ford”. Dopo la separazione da Horner e con Laurent Mekies al comando, Verstappen ha sfiorato il titolo. Ma per Marko, il vero Mondiale si è perso molto prima, lontano dai cordoli.
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