Nel cuore pulsante del Gran Premio del Canada troviamo uno dei circuiti più affascinanti e insidiosi dell’intero Mondiale: il Gilles Villeneuve. Costruito sull’isola artificiale di Notre-Dame, sul fiume San Lorenzo, il tracciato di Montreal si snoda in una location unica, che ha ospitato l’Expo ’67 e alcuni eventi delle Olimpiadi del ’76. Un mix di storia, velocità e adrenalina pura.

Completamente riasfaltato nel 2024, l’asfalto del circuito ha però mantenuto intatte le sue caratteristiche più note: bassa abrasività e poco grip. Un binomio che mette in difficoltà i team già dai primi giri del weekend. I piloti di Formula 1 devono domare un tracciato lungo 4.361 chilometri, composto da 14 curve – sei a sinistra e otto a destra – che alternano lunghi rettilinei a chicane secche. La stabilità in frenata e la capacità di trazione diventano quindi essenziali per chi vuole ambire al podio.

 

Il layout del tracciato è classificabile come un tipico circuito "stop & go": si accelera forte, poi si frena bruscamente. Una formula che esalta i più aggressivi e punisce gli errori. Grazie a ben tre zone DRS, i sorpassi non mancano. Il punto più ghiotto per attaccare? La staccata in fondo al lungo rettilineo che conduce verso il traguardo. Lì, chi esce bene dall’ultima curva ha spesso l’occasione di superare il rivale proprio in ingresso di chicane.

Ma è proprio quella chicane ad aver scritto pagine indelebili della storia della F1. Il muretto in uscita, oggi ribattezzato “Wall of Champions”, è diventato celebre dopo che nel 1999 tre campioni del mondo – Hill, Schumacher e Villeneuve – finirono lì la propria gara. Un simbolo tanto spietato quanto affascinante, che ancora oggi non perdona nemmeno i migliori.

La sfida è lanciata: Montreal attende i suoi eroi. E il muro... pure.

Sezione: News / Data: Gio 12 giugno 2025 alle 11:55
Autore: F1N Redazione
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