Il contesto e le difficoltà di una gara impossibile

Suzuka, 9 ottobre 2005. Un circuito che premia il talento puro e che non perdona errori. Kimi Räikkönen arrivava in Giappone senza più speranze di titolo, ma con il desiderio di chiudere la stagione con un segno indelebile. Le qualifiche, penalizzate da un improvviso acquazzone, lo relegarono al 17° posto in griglia, aggravato da una penalità per la sostituzione del motore. Con il mondiale piloti già assegnato ad Alonso, restava in bilico solo il titolo costruttori tra Renault e McLaren. Quello che nessuno immaginava era che il finlandese avrebbe scritto una delle rimonte più straordinarie della storia.

Mentre Alonso si trovava bloccato per venti giri dietro la Ferrari di Michael Schumacher, Räikkönen cominciò la sua risalita furiosa: sorpassi chirurgici su Villeneuve, Massa e Klien, ritmo costante e gestione perfetta della vettura. In poche tornate era già nella top ten, con una determinazione glaciale che incarnava alla perfezione il suo soprannome: “Iceman”. La McLaren, veloce ma fragile, rispondeva alla perfezione alle sue mani, e ogni giro lo avvicinava sempre più ai vertici della classifica.

Il sorpasso che ha fatto la storia

Con una strategia impeccabile, Räikkönen si ritrovò a inseguire Giancarlo Fisichella, leader della corsa. Il distacco di oltre cinque secondi sembrava insormontabile, ma il finlandese cominciò a rosicchiare decimi su decimi, giro dopo giro. A due tornate dalla fine, era ormai incollato alla Renault. Fisichella si difese con ogni mezzo, ma all’inizio dell’ultimo giro accadde l’impensabile: Räikkönen sfruttò la scia, uscì più forte dalla chicane e lo superò all’interno della prima curva, un attacco pulito, deciso e spettacolare. Suzuka esplose in un boato: dal 17° al 1° posto, una rimonta destinata all’eternità.

“È stata una delle mie migliori gare di sempre”, dichiarò Kimi con la sua consueta calma, come se avesse compiuto qualcosa di ordinario. Fisichella, invece, ammise la sconfitta con onore, raccontando come una vettura doppiata e il ritmo di Räikkönen lo avessero condannato.

Un finale di stagione da leggenda

Nonostante il trionfo della McLaren, la Renault conquistò il titolo costruttori grazie al secondo e terzo posto di Fisichella e Alonso. Ma quella domenica di ottobre non ci furono dubbi su chi fosse il vero protagonista. Il GP del Giappone 2005 rimane una delle gare più emozionanti e iconiche dell’era moderna: la dimostrazione che il talento, unito al coraggio e a una determinazione fuori dal comune, può trasformare l’impossibile in realtà. Suzuka 2005 non fu solo una vittoria: fu l’essenza stessa del mito di Kimi Räikkönen.

Sezione: News / Data: Gio 09 ottobre 2025 alle 17:30
Autore: Francesco Franza
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Francesco Franza
Ho 37 anni, sono nato e cresciuto a Roma e mi sono laureato in Comunicazione e Multimedialità presso l’Universitas Mercatorum con 107/110. Lavoro come IT Support Professional, ma collaboro con F1-News.eu per costruire la mia carriera nella comunicazione, la mia più grande passione. Amo i motori da sempre e i trionfi di Schumacher in Ferrari
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