Nel paddock della Formula 1 gli occhiali da sole non sono solo un accessorio: sono parte del DNA dei piloti, un simbolo di carisma e sicurezza che affonda le radici negli anni Settanta. L’eredità di quella generazione continua ancora oggi, e tra i protagonisti più attenti allo stile c’è il giovane talento Isack Hadjar, portacolori del Visa Cash App Racing Bulls. Alla vigilia del Gran Premio del Brasile, il pilota francese ha raccontato a NSS-Sports.com il suo rapporto con la moda, il paddock e il suo primo podio in F1.
Hadjar: “Mi piacciono gli occhiali da sole, ma la pista resta il centro di tutto”
La collaborazione tra HUGO Eyewear e il team VCARB ha aggiunto un tocco di eleganza e modernità al paddock, confermando come la moda sia ormai parte integrante dell’universo F1. Un binomio che Hadjar vive con naturalezza: "Da pilota ho sempre avuto le mie routine fin da quando correvo nei kart, e non sono cambiate molto. Mi piacciono molto gli occhiali da sole, ma non sono abituato a indossarli sulla griglia", ha raccontato sorridendo il francese, a conferma di un approccio sobrio ma autentico al mondo del lifestyle che circonda la Formula 1.
Interrogato sull’impatto crescente della moda nel paddock, Hadjar ha espresso un punto di vista equilibrato. "Penso che con Lewis Hamilton l’influenza della moda in F1 sia cresciuta tantissimo. Per me resta comunque uno sport in cui ciò che accade in pista è la parte principale, il cuore di tutto. Ma la moda ormai è integrata nello sport, e questo è bello. Trovo interessante vedere i piloti arrivare in circuito con stili diversi, ognuno con la propria personalità". Una visione moderna ma lucida, che conferma la maturità del giovane pilota francese, ormai stabilmente protagonista del team faentino.
“Zandvoort resta il momento più bello dell’anno”
Hadjar non dimentica però le emozioni forti che solo la pista sa regalare. Intervistato sul suo primo podio in F1, arrivato lo scorso agosto a Zandvoort, il pilota francese ha raccontato uno dei momenti più intensi della sua giovane carriera. "È stata probabilmente la giornata più bella dell’anno, una sensazione incredibile. Negli ultimi giri provavo un misto di adrenalina e paura che tutto finisse. Quando ho tagliato il traguardo ho pensato alla mia squadra e alle persone che mi sono state vicino. Sapevo quanto fosse importante per tutti noi".
Alla domanda su come descrivere il suo compagno di squadra Liam Lawson in una sola parola, Hadjar ha risposto con un sorriso: "Kiwi". Un riferimento ironico e affettuoso alle origini neozelandesi del collega, con cui ha costruito un rapporto di rispetto e sana competizione. Tra stile, velocità e nuove generazioni, Hadjar rappresenta una delle figure più interessanti della nuova ondata di piloti capaci di unire l’anima fashion del paddock all’essenza più pura della corsa.
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Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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