Un errore che pesa come un macigno nel duello iridato: la McLaren ha pagato cara la decisione di spingere le proprie monoposto ai limiti estremi del regolamento, finendo per compromettere l’ultima chance di Lando Norris nel mondiale. La doppia squalifica causata dall’eccessivo consumo illegale dello skid riflette una scelta tecnica drastica, con le vetture messe troppo basse per massimizzare il carico aerodinamico in lotta con Max Verstappen e la Red Bull.

Andrea Stella chiarisce: nessun intento di fregare

In una nota arrivata dopo il GP di Las Vegas, il team principal Andrea Stella ha definito l’accaduto un errore non voluto, sottolineando che non c’è stata alcuna volontà di aggirare le regole. Però è emerso che il plank sotto la monoposto di Norris aveva un consumo superiore di 0,12 millimetri rispetto al limite consentito, mentre Piastri ha superato la soglia ben di 0,26 millimetri. Questo consumo aberrante indica chiaramente una vettura troppo bassa, una mossa rischiosa ma dettata dalla ricerca di prestazioni estreme.

Il rischio calcolato contro Red Bull e Verstappen

Perché la McLaren ha spinto così aggressivamente? Le ipotesi parlano di una squadra che ha valutato la Red Bull Racing come un avversario pressoché imbattibile, spingendo a un setup al limite per cercare di tenere testa a Max Verstappen. Mantenere una vettura molto bassa significa infatti ottenere maggiore deportanza e quindi velocità in curva, ma il prezzo da pagare è stato una squalifica clamorosa a due gare dalla fine della stagione. Ora resta da capire se i prossimi gran premi a Qatar e Abu Dhabi vedranno McLaren costretta ad alzare l’altezza da terra, perdendo quindi competitività, o se questo episodio resterà un caso isolato. Nel contesto della rincorsa mondiale in fibrillazione, ogni dettaglio può fare la differenza in questa parte finale di stagione storica.

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Sezione: News / Data: Mar 25 novembre 2025 alle 09:02
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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