George Russell ha svelato nel podcast Untapped come il padre Steve abbia segnato profondamente la sua determinazione fin da bambino. Il pilota Mercedes ha raccontato che durante gli anni del karting non aveva mai la percezione esatta dei suoi reali tempi sul giro perché il padre, al cronometro manuale, fermava apposta il tempo in ritardo fingendo risultati più lenti rispetto agli avversari. “Mi è sempre sembrato di non essere abbastanza per lui, sentivo il bisogno di migliorare e di spingere oltre”, ha spiegato Russell, sottolineando come solo dopo molti anni abbia capito il “trucco” psicologico che il genitore aveva escogitato per spingerlo a non accontentarsi mai.

Questo metodo, benché duro, si è rivelato fondamentale per forgiare il carattere di Russell: oggi il britannico riconosce che quell’incertezza e quel senso di frustrazione sono stati determinanti per spronarlo a dare sempre il massimo. In pista cercava costantemente di colmare un gap che in realtà non esisteva, trasformando la sfida con se stesso in una leva per raggiungere pole e vittorie già dalle prime categorie. Russell ha anche raccontato che la decisione di chiedere al padre di tornare a essere “solo” genitore, quando a 17 anni ha firmato con Mercedes, ha segnato una nuova fase di maturità personale e sportiva, permettendogli di costruire un rapporto più equilibrato e sereno.

La storia di Russell si inserisce in un filone comune nella Formula 1: Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno spesso raccontato di come la disciplina e le aspettative altissime dei rispettivi padri abbiano avuto un ruolo centrale nel loro percorso. Nel caso di Russell, invece, è stato proprio il metodo “psicologico” di Steve a insegnargli a superare sempre i propri limiti mentali, preparandolo a una carriera fatta di pressione e massima competitività ai vertici del motorsport mondiale.

 
Sezione: News / Data: Sab 23 agosto 2025 alle 18:17
Autore: F1N Redazione
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