Max Verstappen continua a sorprendere dentro e fuori la Formula 1. Dopo il successo in Ferrari, il campione olandese ha esordito con la Ferrari 296 GT3 nella prestigiosa 4 Ore del Nürburgring, imponendosi subito in coppia con il britannico Chris Lulham. Un debutto che conferma la sua voglia di vivere il motorsport a 360 gradi, senza limiti e senza confini.
In un’epoca in cui molti piloti cercano visibilità attraverso business paralleli e progetti extra-pista, Verstappen ha scelto la strada più dura: dedicarsi completamente al volante. Giornate intere al simulatore, ore in pista e la stessa ossessione che lo ha reso il punto di riferimento in Formula 1. La vittoria al Nürburgring è solo l’ennesima dimostrazione della sua mentalità unica.
Il campione del mondo non ha mai nascosto il desiderio di cimentarsi nelle gare endurance. La sua presenza al Nürburgring, coronata dal successo, è il preludio al grande obiettivo: la 24 Ore del Nürburgring 2026. Un sogno che sembra ormai sempre più vicino, e che potrebbe portare Verstappen a scrivere un’altra pagina indimenticabile della sua carriera.
La 296 GT3 di Emil Frey Racing, schierata con la livrea Red Bull e il marchio Verstappen.com Racing, ha dominato la corsa con autorità. Max non si è limitato a un’apparizione, ma ha spinto sempre al massimo, dimostrando che la sua passione per le corse va ben oltre il circus della F1. Non a caso, i tifosi lo hanno accolto come un autentico protagonista anche in questa nuova avventura.
Il trionfo al Nürburgring alimenta un dibattito acceso: forse il “matto” non è Verstappen, ma chi pensa che i numeri sui social abbiano più valore dei risultati in pista. In un’epoca in cui follower e business sembrano contare più dei sorpassi e delle traiettorie, Max rappresenta l’essenza pura del correre. Un pilota con la P maiuscola, capace di trasformare ogni gara in un manifesto della sua ossessione per la velocità.
Il finale del 2025 in Formula 1 resta ancora tutto da vivere, ma la sensazione è che Verstappen abbia già tracciato una rotta diversa dagli altri. Per lui il motorsport non è spettacolo, ma vita. E la sua nuova avventura con Ferrari in GT3 ne è la conferma più evidente.
Mirko Borghesi
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