Durante il weekend del Gran Premio di Singapore, Kimi Antonelli ha mostrato una sfumatura del suo carattere che ricorda molto Daniel Ricciardo nei suoi primi anni in Formula 1. Un paragone inaspettato, ma che trova fondamento nella capacità del giovane pilota di analizzare i propri errori con lucidità e senso critico. È una qualità rara, soprattutto in un esordiente, e rappresenta uno dei tratti distintivi dei campioni destinati a crescere. Ricciardo, ai tempi della Toro Rosso nel 2012, aveva stupito in qualifica in Bahrain, salvo poi rovinare la sua gara per un cattivo avvio e una reazione troppo emotiva. In quell’occasione non cercò scuse: comprese subito che il vero errore non era stato tecnico, ma mentale.

La lezione di Antonelli a Singapore

Tredici anni dopo, Antonelli ha vissuto una situazione analoga. Quarto in qualifica, un risultato buono ma non all’altezza del suo potenziale, il giovane italiano ha ammesso di aver ceduto alla tensione nel momento decisivo. Sentendo di poter lottare per la prima fila, ha iniziato a forzare troppo, superando il limite in alcune curve. Lo ha raccontato con grande onestà: “Mi sono fatto prendere dall’emozione, ho spinto più del necessario e ho perso tutto.” Parole che mostrano una comprensione profonda del proprio errore, non solo a livello tecnico ma soprattutto psicologico. È la dimostrazione che Antonelli possiede quella consapevolezza che distingue chi reagisce d’istinto da chi costruisce un percorso di crescita.

Un segnale di mentalità vincente

Molti piloti avrebbero dato la colpa al setup, alle gomme o al traffico, ma Antonelli ha scelto la via più difficile: assumersi la responsabilità. È lo stesso meccanismo che permise a Ricciardo di evolversi fino a diventare uno dei migliori piloti del decennio scorso. Comprendere che la prestazione dipende anche dal controllo delle proprie emozioni è una dote essenziale per chi ambisce all’eccellenza. Per Antonelli questo episodio rappresenta un passo importante: non una sconfitta, ma un’esperienza formativa. Se saprà imparare a gestire la pressione e trasformarla in energia positiva, potrà seguire le orme di Ricciardo e diventare un punto di riferimento per la nuova generazione della Formula 1.

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Sezione: News / Data: Ven 10 ottobre 2025 alle 15:05
Autore: Francesco Franza
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Francesco Franza
Ho 37 anni, sono nato e cresciuto a Roma e mi sono laureato in Comunicazione e Multimedialità presso l’Universitas Mercatorum con 107/110. Lavoro come IT Support Professional, ma collaboro con F1-News.eu per costruire la mia carriera nella comunicazione, la mia più grande passione. Amo i motori da sempre e i trionfi di Schumacher in Ferrari
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