Negli ultimi anni la Red Bull si è affermata come punto di riferimento della Formula 1 grazie a Max Verstappen, capace di trasformare la monoposto di Milton Keynes in un’arma vincente quasi imbattibile. Ma cosa accadrebbe se l’olandese decidesse di lasciare la squadra? L’ex pilota ed esperto televisivo Karun Chandhok ha lanciato un avvertimento che fa riflettere: il team potrebbe trovarsi ad affrontare un crollo simile a quello vissuto da Benetton negli anni ’90 dopo l’addio di Michael Schumacher.

Secondo Chandhok, la vettura austriaca appare eccessivamente modellata sulle caratteristiche di Verstappen, tanto da mettere in difficoltà chiunque abbia provato a condividere il box con lui. Da Daniel Ricciardo in poi, nessun compagno di squadra è riuscito a tenere il passo: Gasly fu retrocesso dopo pochi mesi, Albon resistette appena più a lungo, mentre Sergio Pérez non è mai riuscito ad avvicinarsi al livello del tre volte campione del mondo, lasciando infine spazio a Lawson e successivamente a Tsunoda.

“C’è qualcosa di strutturale nel modo in cui la Red Bull progetta le sue auto: sono perfette per Max, ma troppo complicate per gli altri piloti”, ha sottolineato Chandhok, richiamando il paragone con Schumacher in Benetton. Negli anni ’90, infatti, il tedesco portò il team di Enstone ai titoli mondiali del 1994 e 1995, ma i suoi compagni, incluso Jos Verstappen, padre di Max, non riuscirono mai a replicarne le prestazioni. E quando Schumacher si trasferì in Ferrari, Benetton sprofondò in una lunga fase di anonimato, tornando al vertice solo anni dopo, ormai sotto il nome Renault.

L’analisi dell’ex pilota indiano va oltre la Formula 1: Chandhok cita anche la MotoGP, dove spesso alcune moto sembrano “cucite su misura” per un solo pilota, rendendo difficile l’adattamento per chi arriva dopo. Il caso Ducati è emblematico: dal trionfo di Casey Stoner nel 2007, la casa di Borgo Panigale ha dovuto attendere fino al 2022 con Francesco Bagnaia per tornare a vincere un mondiale, nonostante il passaggio di fuoriclasse come Valentino Rossi.

Per questo, Chandhok mette in guardia chiunque punti al sedile Red Bull: “Se fossi un giovane come Isack Hadjar, cercherei piuttosto di consolidarmi altrove, magari con Ferrari o Aston Martin. È rischioso entrare in un team dove tutto ruota intorno a un solo pilota”.

Il messaggio è chiaro: la Red Bull deve fare di tutto per trattenere Verstappen fino alla fine del suo contratto, previsto al 2028. Senza di lui, lo spettro di un “caso Benetton” potrebbe tornare a incombere su una scuderia oggi dominante.

 
Sezione: News / Data: Dom 24 agosto 2025 alle 07:00
Autore: Francesco Franza
vedi letture
Print