Negli ultimi mesi le parole di Stefano Domenicali hanno riacceso il dibattito sul futuro del format della Formula 1. Pur senza piani ufficiali, il presidente della categoria ha lasciato intendere che la F1 non può permettersi di restare ferma: più gare sprint, possibilità di ridurre la lunghezza delle corse e persino la suggestione della “reverse grid” sono temi sul tavolo.

Il nodo centrale è chiaro: servono davvero cambiamenti radicali per mantenere viva l’attenzione del pubblico? Oppure basterebbe lavorare sulla qualità delle corse, evitando soluzioni troppo artificiali?

Molti osservatori restano critici verso la griglia invertita, ritenuta poco adatta a una categoria che fa dell’eccellenza tecnica e sportiva il proprio punto di forza. Qualcuno propone invece di sperimentare nuove modalità di qualificazione per gli sprint, come i giri singoli a cronometro o i duelli diretti in stile Formula E.

L’idea di accorciare le gare divide: c’è chi sostiene che 90 minuti di azione siano ancora gestibili per i giovani spettatori, abituati a film, serie e sport di durata simile, e chi invece vede nelle corse più brevi un’occasione per aumentare il ritmo e lo spettacolo.

Non mancano visioni alternative: c’è chi propone weekend ridotti a due giorni, chi suggerisce di aprire il venerdì con le qualifiche a pista “verde”, e chi rilancerebbe il warm-up della domenica mattina per riportare in auge tradizioni del passato.

In sintesi, tra sprint, griglie invertite e nuove formule di qualificazione, la Formula 1 si trova davanti a un bivio: rinnovarsi senza perdere la propria identità. Il futuro del circus potrebbe passare da un mix di innovazione e rispetto per la tradizione, ma il dibattito è solo all’inizio.

Sezione: News / Data: Mer 01 ottobre 2025 alle 07:00
Autore: Francesco Franza
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