Tirare fuori del buono anche in weekend disastrosi come questo. Mattia Binotto ha indicato la via per la crescita e si sa che nella crescita gli errori possono essere messi nell'equazione. Errori che, però, non devono far da alibi ad una squadra giovane e affamata come questa Ferrari, che deve prendersi le responsabilità di non aver atteso le aspettative. Stefano Mancini, de La Stampa, ha analizzato gli errori fatti dalla squadra di Maranello: "Due macchine rotte, zero podi, otto secondi di pit stop, un solo pilota al traguardo, 52 secondi di distacco da Valtteri Bottas, il magnifico vincitore del Gp di Austin davanti a Lewis Hamilton e Max Verstappen. La Ferrari lascia l’America con una gara d’altri tempi, accompagnata da errori e problemi in serie. […] I rivali insinuano che la nuova direttiva della Fia sul consumo di benzina abbia costretto i tecnici del Cavallino a ridurre la potenza, ma la Ferrari nega. […] Il pilota monegasco ricorda la gara in Ungheria di inizio agosto, l’ultima disfatta prima della riscossa cominciata in Belgio […] Peggio è andata a Sebastian Vettel, che pure lui fin dall’inizio lamentava problemi di sottosterzo: dopo otto giri si è ritirato per la rottura della sospensione posteriore destra che, a detta del pilota, non aveva subìto urti".

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Sezione: News / Data: Lun 04 novembre 2019 alle 21:01
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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