Una ripresa non casuale

La rinascita della Red Bull dopo la pausa estiva non è frutto del caso. Max Verstappen è tornato a dominare, con tre vittorie in quattro gare e prestazioni di altissimo livello anche su circuiti dalle caratteristiche diverse. Dietro questa crescita, tuttavia, non si nasconde una soluzione magica, bensì un profondo lavoro di analisi e di sviluppo tecnico. Secondo il team principal Laurent Mekies, nessun singolo elemento ha fatto la differenza: è la somma di tante piccole ottimizzazioni che ha trasformato la RB21 in una macchina nuovamente imbattibile. Nel paddock, però, molti puntano il dito sull’altezza da terra come vero segreto del successo.

Il nuovo fondo introdotto a Monza avrebbe permesso di sfruttare meglio l’effetto suolo, consentendo alla monoposto di girare più bassa e di generare una maggiore deportanza senza compromettere la stabilità. Verstappen stesso ha ammesso che la chiave non è stata tanto l’aggiornamento tecnico in sé, quanto una diversa filosofia di lavoro che mette al centro le sensazioni del pilota, bilanciando in modo più flessibile i dati e l’intuizione umana.

Una nuova comprensione dell’aerodinamica

Secondo il team McLaren, la Red Bull avrebbe finalmente risolto alcune difficoltà legate al comportamento aerodinamico alle basse altezze. Andrea Stella, direttore del team inglese, ha ipotizzato che gli ingegneri di Milton Keynes abbiano trovato un equilibrio perfetto tra carico e usura del fondo vettura. In effetti, la FIA impone limiti severi sull’assottigliamento della piastra di base, ma la Red Bull sembra ora capace di mantenere l’altezza minima ideale senza oltrepassarli.

Questa padronanza consente di massimizzare la forza d’aspirazione sotto la vettura, migliorando stabilità e trazione in uscita di curva. Un vantaggio che, unito alla qualità del pacchetto aerodinamico, ha reso la RB21 la monoposto più completa del lotto. Helmut Marko, con un sorriso, ha confermato che non è “un’ipotesi sbagliata” pensare che l’auto possa viaggiare più bassa rispetto al passato.

Sintesi di tecnologia e sensibilità

La vera forza della Red Bull, dunque, sembra risiedere nella perfetta combinazione tra ingegneria avanzata e sensibilità umana. Mekies preferisce non attribuire i risultati a un singolo elemento, ma è evidente che la squadra abbia finalmente trovato una finestra di set-up stabile, in grado di valorizzare ogni dettaglio del progetto.

Da Monza in poi, Verstappen e il team hanno imparato a sfruttare il potenziale che era sempre stato nella vettura, ma che fino a quel momento non riusciva a emergere pienamente. Ora la Red Bull è tornata a imporre il proprio ritmo, più matura e consapevole, pronta a difendere ancora una volta il titolo mondiale. Se questa evoluzione basterà per un nuovo trionfo iridato è presto per dirlo, ma una cosa è chiara: la squadra di Milton Keynes ha riscoperto la sua essenza vincente.

 
Sezione: News / Data: Mar 21 ottobre 2025 alle 20:30
Autore: Francesco Franza
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Francesco Franza
Ho 37 anni, sono nato e cresciuto a Roma e mi sono laureato in Comunicazione e Multimedialità presso l’Universitas Mercatorum con 107/110. Lavoro come IT Support Professional, ma collaboro con F1-News.eu per costruire la mia carriera nella comunicazione, la mia più grande passione. Amo i motori da sempre e i trionfi di Schumacher in Ferrari
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