Lewis Hamilton non la manda a dire a Bernie Ecclestone durante la zona mista di Abu Dhabi parlando di quando il patron inglese ha provato manomettere il mondiale 2014. L’inglese ha ricordato quanto fosse diverso l’approccio ai suoi primi trionfi iridati, rimarcando il carico emotivo con cui affrontò la sfida decisiva. In un passaggio molto chiaro, ha spiegato come l’esperienza accumulata non cancelli il peso di certe scelte regolamentari. “Quando ero in corsa per il secondo titolo la notte prima non chiusi occhio, perché proprio in quelle ore si cercava di cambiare le carte in tavola con un nuovo punteggio che avrebbe potuto stravolgere tutto”, ha raccontato, senza nascondere l’irritazione per un’idea che considerò destabilizzante. Una stoccata diretta a Ecclestone, che all’epoca difese la regola come tentativo di aggiungere imprevedibilità al campionato ma che nei fatti lasciò molti piloti e addetti ai lavori profondamente contrariati.

Hamilton e il ricordo di un mondiale sotto pressione

Hamilton ha poi ammesso che quella stagione lo costrinse a una gestione mentale complicatissima, più intensa persino rispetto all’esordio iridato del 2008. “Non era solo la tensione della lotta con Rosberg, era il pensiero che una norma decisa all’ultimo potesse falsare tutto ciò che avevo costruito”, ha precisato, sottolineando come l’introduzione del punteggio doppio gli fosse sembrata una mossa artificiale, lontana dallo spirito competitivo della Formula 1. Una situazione che, secondo il britannico, trasformò quel finale di stagione in un esercizio di nervi tesi più che in un duello tecnico e sportivo. L’idea non attecchì e fu cancellata già l’anno successivo, ma per Hamilton quell’episodio rimane una ferita aperta, simbolo di un’epoca in cui la spettacolarizzazione rischiava di travolgere la meritocrazia.

Ecclestone nel mirino, il passato che torna a galla

Ripensare a quegli attimi di Abu Dhabi 2014 ha riportato Hamilton a riflettere sul rapporto tra sport, regolamenti e leadership. Le sue parole sono arrivate in un momento delicato per la categoria, mentre il dibattito sulle regole e sulla direzione politica del campionato è più vivo che mai. “Per fortuna quel tentativo di cambiare tutto all’ultimo non ebbe effetti, ma fu davvero estenuante affrontarlo”, ha aggiunto, un messaggio che sembra rivolto non solo al passato ma anche al futuro della serie. In un paddock che continua a interrogarsi sulla trasparenza e sulla coerenza dei regolamenti, la presa di posizione del sette volte iridato suona come un monito: certe decisioni, prese a ridosso di un titolo mondiale, possono alterare non solo la classifica ma anche la fiducia dei protagonisti nel sistema stesso della competizione.

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Sezione: News / Data: Ven 05 dicembre 2025 alle 01:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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