Sono trascorsi ventotto anni da uno degli episodi più discussi della Formula 1, ma il ricordo dell’assalto all’arma bianca di Michael Schumacher su Jacques Villeneuve resta un marchio indelebile per tifosi e addetti ai lavori. Il finale thriller del mondiale 1997 a Jerez, arrivato dopo sedici gare senza esclusione di colpi tra Ferrari e Williams, consegnò agli archivi una delle scene più iconiche e controverse della storia recente delle corse. Schumacher partiva con il vantaggio di un solo punto su Villeneuve, portando la lotta per il titolo all’ultima e decisiva sfida sul circuito spagnolo. Il destino si compì al giro 48, quando Villeneuve azzardò l’attacco alla curva Dry Sack, sfruttando gomma nuova e una maggiore velocità. Invece di difendere o cedere la posizione, Schumacher scelse una manovra estrema destinata a segnare la sua carriera.

L’impatto e la squalifica del secolo

Dopo il contatto, la Ferrari finì nella ghiaia e il sogno mondiale del tedesco si arenò con essa, mentre Villeneuve proseguiva con la Williams danneggiata fino al traguardo, conquistando il suo primo e unico titolo iridato. Inizialmente la direzione gara etichettò l’incidente come semplice episodio di corsa, lasciando aperta la discussione su un presunto gesto intenzionale – una dinamica che ricordava la collisione del 1994 tra Schumacher e Damon Hill. Quindici giorni dopo arrivò però la decisione definitiva della FIA: il massimo organo giudicante escluse Schumacher dalla classifica finale del mondiale piloti, cancellando la sua posizione in classifica ma lasciando intatti i risultati e i punti delle singole gare. Una punizione storica, mai comminata prima in Formula 1, rafforzata dall’obbligo per il pilota di partecipare a una campagna a favore della sicurezza stradale per sette giorni complessivi la stagione successiva. Un provvedimento che, nelle intenzioni, voleva lasciare un segnale forte e indelebile, senza però interrompere la carriera agonistica del campione di Kerpen.

Ripercussioni e memoria collettiva

La decisione scosse l’opinione pubblica e divise profondamente media e tifosi. In Germania la stampa strillò allo scandalo per un verdetto ritenuto eccessivo, mentre la promozione di Heinz-Harald Frentzen al secondo posto della classifica piloti completò il trionfo Williams. Nonostante la Ferrari mantenne il secondo posto nei costruttori, la macchia sull’immagine di Schumacher rimase, alimentata anche dal precedente di Adelaide ’94. Per Villeneuve quella domenica fu insieme rivincita sportiva e riscatto morale: la FIA riconobbe ufficialmente il tentativo del rivale, scrivendo una parola definitiva sulla stagione più calda degli ultimi decenni. La battaglia tra etica della competizione e limiti della rivalità sportiva a Jerez resta tutt’ora un insegnamento attuale per tutti gli appassionati di corse.

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Sezione: News / Data: Mar 11 novembre 2025 alle 10:53
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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