Ralf Schumacher, ex pilota di Formula 1, ha analizzato nel podcast Boxxengasse Backstage la situazione delicata in casa McLaren, dove il giovane Oscar Piastri sembra attraversare un momento di evidente flessione. Dopo un ottimo inizio di stagione, l’australiano ha perso passo e fiducia, lasciando spazio al ritorno di Max Verstappen nella corsa al titolo e cedendo la leadership interna a Lando Norris.

“Da fuori si capiva che la vettura fosse competitiva,” ha spiegato Schumacher, facendo intendere che a Woking abbiano tra le mani una monoposto di altissimo livello. Tuttavia, secondo l’ex pilota tedesco, la distribuzione delle opportunità in squadra non sarebbe stata sempre equilibrata. “Norris in alcune occasioni non ha potuto esprimersi al meglio, ma anche Piastri ha iniziato a dare segnali preoccupanti, come se non si sentisse più al centro del progetto.”

Crisi di fiducia e segnali di tensione

Negli ultimi due mesi, Piastri ha sofferto in gara e in qualifica, risultando spesso staccato dal compagno di squadra. Schumacher, che conosce bene le dinamiche di un team di alto livello, ha descritto un quadro mentale complicato. “Quando un pilota inizia a pensare di non essere trattato allo stesso modo, tutto si fa più difficile. È una situazione molto pericolosa, e parlo per esperienza diretta,” ha raccontato. Secondo lui, l’australiano avrebbe iniziato a mostrarsi più nervoso e meno concentrato, elemento che può pesare in un finale di stagione ancora aperto.

L’ex pilota ha anche notato un cambiamento nel comportamento del giovane talento: “Da fuori si percepisce che qualcosa attorno a lui sia cambiato. Lo si vede nervoso, sempre al telefono, quasi come se non fosse più del tutto a suo agio nel box.” Un fenomeno psicologico che, se confermato, potrebbe compromettere non solo la corsa al titolo, ma anche il rapporto interno con Norris e il team.

McLaren chiamata a intervenire

Per Schumacher è ora compito della dirigenza McLaren riportare serenità nel gruppo. “Tocca ai vertici dire stop alle tensioni e chiedere a tutti di concentrarsi su obiettivi comuni. Non ha senso pensare che una squadra favorisca un pilota rispetto all’altro: entrambi devono garantire punti e risultati,” ha sottolineato. Un messaggio chiaro, rivolto probabilmente anche a Zak Brown e Andrea Stella, chiamati a gestire un equilibrio delicato tra le ambizioni personali dei piloti e il bene collettivo del team.

Schumacher ha infine lasciato intendere che si tratti di una questione più legata allo stile interno che a scelte tecniche: “È un aspetto di cultura sportiva e comunicazione interna: a volte basta poco perché la percezione cambi, e in un ambiente competitivo come la Formula 1 il rischio è enorme.”

Sezione: News / Data: Ven 31 ottobre 2025 alle 11:02
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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