La Formula 1 è spesso un gioco di equilibrio sottile tra ambizione e realismo, tra scelte visionarie e conseguenze inevitabili. Lo sa bene la Red Bull, che guarda al futuro con una miscela di coraggio e consapevolezza dopo una stagione intensa, combattuta fino all’ultimo dettaglio. Alla serata dei Caschi d’Oro di Autosprint, le parole del team principal hanno fotografato senza filtri una fase di transizione delicata, fatta di sfide tecniche enormi, di rimpianti sportivi minimi ma brucianti e di una filosofia che non accetta compromessi.

La scommessa del motore e l’identità Red Bull
Ai microfoni di Sky, Laurent Mekies ha scelto un tono diretto, quasi spiazzante, per raccontare la genesi della nuova avventura tecnica legata alla power unit sviluppata internamente con il supporto di Ford. “È stata una scelta al limite dell’incoscienza, perché siamo partiti dal nulla, senza strutture né storia motoristica alle spalle”, ha lasciato intendere il manager francese, sottolineando come a Milton Keynes non esistesse alcuna base pronta. Centinaia di tecnici reclutati, investimenti pesantissimi e banchi dinamici acquistati da zero: un progetto nato in salita e con la piena coscienza di non poter competere subito con costruttori che costruiscono motori da decenni. Mekies ha però ribadito che questa resta la via naturale per una squadra che ha costruito i propri successi sulla capacità di osare. “Accettiamo il rischio come parte del nostro DNA e sappiamo che servirà tempo per trovare il punto giusto”, ha spiegato, richiamando la filosofia che ha reso la Red Bull una potenza moderna della Formula 1.

Due punti, il rimpianto e una stagione da difendere
Il tema emotivo non è mancato quando l’attenzione si è spostata sul titolo perso per appena due punti, una ferita ancora aperta ma affrontata senza alibi. “Dire che non brucia sarebbe mentire, ma arriviamo da tre vittorie consecutive e non abbiamo molto da recriminarci”, ha ammesso Mekies, ricordando come il team abbia spinto sempre al limite, pagando talvolta un prezzo salato. Le qualifiche complicate in Brasile e un weekend difficile in Ungheria sono esempi di una stagione vissuta senza rete di sicurezza, coerente con un approccio aggressivo. Nonostante tutto, il manager ha voluto chiudere con un gesto di sportività verso gli avversari, riconoscendo il valore di chi ha saputo capitalizzare meglio nei momenti chiave. “Hanno meritato, perché hanno interpretato l’anno in modo straordinario”, ha detto riferendosi a Lando Norris e alla McLaren, capaci di trasformare la costanza in un’arma decisiva in una stagione che resterà una delle più combattute degli ultimi anni.

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Sezione: News / Data: Mer 17 dicembre 2025 alle 12:02
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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