Una federazione permalosa. La FIA risponde alle critiche mosse da Carlos Sainz e altri piloti su una regia internazionale che durante i Gp sembra più interessata a mostrare le fidanzate dei piloti che i sorpassi in gara.. Dean Locke, direttore delle trasmissioni e dei media della Formula 1, ha spiegato in un’intervista a Motorsport.com che il compito del suo team a Biggin Hill non è semplicemente mostrare quello che succede in pista le voci dei piloti, ma raccontare l'atmosfera che si vive nel paddocj. “Il nostro lavoro non è fare da megafono ai piloti, ma mostrare la realtà nel modo più onesto possibile”, ha precisato Locke, sottolineando il ruolo di responsabilità che pesa su chi gestisce la narrazione televisiva del Circus.

Secondo Locke, l’obiettivo della produzione FOM è costruire un racconto coinvolgente, ma sempre fedele ai fatti. “Dobbiamo trasmettere emozione, certo, ma senza oltrepassare i limiti dell’accuratezza”, ha chiarito. La Formula 1, oggi più che mai, è anche una grande storia audiovisiva, un prodotto globale seguito in centinaia di Paesi. Ma proprio questa portata planetaria impone cautela: un singolo frame, un audio fuori contesto o un team radio interpretato male possono generare polemiche o distorcere la percezione di un episodio in pista. Locke ha citato esplicitamente casi come quelli legati a Fernando Alonso, la cui nota ironia e lucidità strategica a volte finiscono per essere fraintese.

Dietro le quinte della regia F1

“Fernando è un talento incredibile e spesso ciò che dice ha un secondo livello di lettura”, ha commentato Locke, ricordando che il due volte campione del mondo in passato preferiva registrare i suoi messaggi radio in italiano. “Quando li abbiamo sottotitolati in inglese, ha smesso di farlo”, ha raccontato, alludendo con discrezione a un gioco psicologico o mediatico orchestrato dal pilota spagnolo. In un ecosistema comunicativo tanto sensibile, il team di Biggin Hill deve dunque muoversi con prudenza, proteggendosi da possibili travisamenti. “La nostra priorità è sempre garantire un racconto giusto e trasparente”, ha aggiunto.

Questo approccio spiega perché la Formula 1 moderna non voglia trasformarsi in uno show televisivo artificiale. Locke descrive una visione fondata su autenticità e rispetto per chi vive dentro l’abitacolo. L’obiettivo, come ha ribadito, non è manipolare ma far vivere al pubblico la verità della pista: il respiro, le emozioni, la tensione. E se talvolta un pilota critica strategia o squadra senza conoscere tutti i dettagli, il dovere della produzione è filtrare, valutare e contestualizzare. Solo così l’esperienza televisiva rimane fedele all’essenza di questo sport, dove la comunicazione, proprio come la guida, è fatta di equilibrio e sensibilità.

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Sezione: News / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 08:30
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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Paolo Mutarelli
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Paolo Mutarelli
Giornalista classe 1999, pubblicista dal 2022, laureato magistrale in Scienze Politiche e relazioni Internazionali nel 2025 all’Università La Sapienza di Roma. Il mondiale perso da Massa nel 2008 ha acceso la miccia di un bambino che ha iniziato a seguire la Formula 1 e la altre categorie del motorsport.
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