Un weekend storico suggellato dal passaggio di consegna di un casco celebrativo da parte del figlio d’arte più interessante del Circus all’erede del papà. Lewis Hamilton ribadisce il suo posto nella storia, novantuno vittorie come Michael Schumacher, vince al Nurburgring e ipoteca il campionato con il ritiro di Valtteri Bottas. Dietro di lui, una lotta infernale per il terzo posto del podio e della classifica costruttori. Il nostro ranking non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie

1. Mercedes (-) : Un weekend storico che dà a Lewis Hamilton la soddisfazione di agguantare il record di Micheal Schumacher di 91 vittorie e di ipotecare il settimo campionato (anche qui agguanterebbe il record del Kaiser) a casa di Schumi. Lo svolgimento però è meno scontato di quanto poteva sembrare l’epilogo: Valtteri Bottas mantiene la testa della gara dopo l’affondo dell’inglese in curva 1, cerca di andare via. Poi un bloccaggio e la perdita di potenza affondano le ambizioni di un Bottas rinato in Russia. Ad Hamilton, che aveva lo stesso motore nuovo del compagno, gli gira sempre bene. Come i veri campioni.

2. Red Bull (-) : Storia simile alla Mercedes in casa Red Bull. Verstappen rischia di rimanere fregato da Charles Leclerc in curva 1. Rimane davanti e si mette ad inseguire le due Mercedes, facendo il solco dietro per attaccarsi davanti. A fare il Bottas ci pensa Albon che prima provoca uno spiattellamento alla gomme, causato da un bloccaggio, poi si ritira per problemi di power unit. Si confermano nel limbo.

3. Racing Point (-) : Sabato Hulkenberg è andato più forte in autostrada che in pista, come giusto che sia. La domenica ha rimontato come un forsennato, conquistando altri punti (stiamo a quota 10) in una stagione in cui non doveva neanche guidare. Ma chi va davvero forte è Sergio Perez che sta volando dopo l’annuncio dell’arrivo di Vettel. Arriva quarto, sfiorando il podio, pur non essendo il più veloce in pista. Si prendono il terzo posto sfruttando…

4. McLaren (-) : Sfruttando la sfortuna della McLaren che perde anche stavolta un pilota in gara. Problemi alla power unit per Lando Norris che era quarto nel momento in cui ha aperto la radio per raccontare i suoi malanni. In Russia c’aveva pensato lui a salvare la squadra, dopo l’incidente di Sainz, stavolta è lo spagnolo a piazzarsi in Top 5 per ridurre i danni. Erano molto forti, potevano respingere gli assalti della Racing Point e invece devono stare attenti…

5. Renault (-) : Devono stare attenti ad una Renault velocissima, vicinissima al terzo posto e che si prende il primo podio stagionale con Daniel Ricciardo. Ergo il team principal Cyril Abiteboul dovrà farsi un tatuaggio (Ricciardo nel post gara ha spoilerato il design). Il motore è potente, i piloti sono forti, l’australiano mette sotto torchio Leclerc sin dall’inizio e si prende il quarto posto in classifica piloti. Peccato per il terzo ritiro dell’anno per Ocon, problemi ai freni per lui.

6. Ferrari (-) : I risultati non sono ancora degni di questo nome, ma quel quarto posto ottenuto in qualifica da Charles Leclerc fa ben sperare che la strada intrapresa a Maranello sia quella giusta. Il primo stint (con gomma rossa) del monegasco va malissimo e gli compromette la gara però riesce  a trovare ritmo con le gialle per portare comunque bei punti a casa. Vettel lotta nelle retrovie e si deve accontentare del sandwich senza punti tra le Alfa Romeo nella sua ultima gira tedesca vestito di Rosso.

7. Alpha Tauri (-) : Fate un applauso a Pierre Gasly, uno dei migliori piloti di questa stagione. Un sesto posto da icona, dopo una qualifica complicata chiusa in Q2. Il francese sceglie le strategie giuste, è accorto in partenza, velocissimo e creativo in rettilineo e in sorpasso e gestisce bene i momenti della gara. Un balzo dallo scorso anno impressionante. Sarebbe davvero interessante vederlo con un team maggiore. Tutto questo mentre Daniel Kvyat perde l’ala e, forse, il posto, dato che Marko ha ribadito l’intenzione di provare Tsunoda in F1, nonostante l’addio Honda.

8. Alfa Romeo (-) : Giovane, giovane Giovinazzi. Cantava così, o forse no, Capo Plaza nel pezzo che l’ha reso famoso. Il pilota italiano batte Kimi Raikkonen, penalizzato, nel giorno del suo record e si conferma un pilota che merita di rimanere in categoria. Prima con il guizzo in qualifica, dove centra la prima Q2 dell’anno, poi con una partenza super. Chiude decimo, un punto ottimo per il team. UN posto nel 2021 è assicurato per lui, bisognerà capire se in Alfa o in Haas.

9. Haas (-) : Haas che si prende anche più punti rispetto all’Alfa con un Romain Grosjean a cui piace il Nurburgring (l’ha anche detto nei team radio). Un weekend che ha mostrato netti miglioramenti per tutta la rosa dei motorizzati Ferrari, rosa che diventare ancora più rossa con gli innesti di Schumacher Jr, conteso tra le due, e forse di Ilott. Magnussen e il pilota francese stanno sparando le ultime cartucce della loro carriera Formula 1.

10. Williams (-) : Male e sfortunati. George Russell viene preso in pieno da Kimi Raikkonen, pesantemente penalizzato per quello che era un’incidente di gara. Rovinata la gara del talento inglese che stava lottando nelle retrovie, rimane solo Nicolas Latifi che in un anno non c’ha ancora regalato un’highlight.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 ottobre 2020 alle 10:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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