Nel campionato mondiale di Formula 1 da poco concluso, la Red Bull ha letteralmente dominato sia la classifica costruttori che la classifica piloti, doppiando praticamente tutti gli avversari in termini di punti; la Mercedes si è piazzata al secondo posto, mentre la Ferrari si è classificata appena terza. Con una straordinaria wing car progettata da Adrian Newey, la Red Bull ha brillato durante le ultime due stagioni, ottenendo 38 vittorie su 44 corse, con un impressionante 92% di successo.
Nell’ultima stagione, inoltre, sono state ben 21 le vittorie su 22 gare: l’unica sfida persa dalla scuderia è stata a Singapore, in cui ha trionfato il ferrarista Carlos Sainz approfittando del set up sbagliato degli avversari. Sul fronte piloti, Max Verstappen ha chiuso la stagione dominando in lungo e in largo: 19 Gran Premi vinti su 22! Ovviamente, anche i flussi delle scommesse Formula 1 hanno costantemente dato come favorita la vittoria dell’olandese e hanno visto la Red Bull come la vettura da battere su ogni circuito. Dunque, per i tifosi del Cavallino il quesito è d’obbligo.
Perché la Ferrari non performa come la Red Bull?
La situazione è molto complessa. Partiamo dal presupposto che la Red Bull, sin da quando è entrata nel parco dei costruttori, è una squadra che, a differenza di molte altre, ha sempre avuto a disposizione una situazione economica molto favorevole.
Infatti, l’ingresso in F1 non è stato avventato: la Red Bull è entrata prima come main sponsor della Sauber nel 2000 e poi ha rilevato la Jaguar a fine 2004 (quindi un po’ di esperienza l’hanno fatta). Nel giro di 5 anni sono riusciti a far fruttare tutti gli investimenti fatti e hanno vinto nel 2010 il primo titolo piloti e costruttori.
Tra gli investimenti vanno sicuramente ricordati quelli nel personale di progettazione della macchina (vedi Adrian Newey, ovvero il più grande progettista al momento ed autore di alcune delle macchine più iconiche della storia della F1) e quelli nell’Academy dei piloti: sono stati i primi a costruire un vivaio di giovani piloti che hanno direttamente finanziato nelle categorie inferiori, vedi Vettel e Verstappen per citarne due. Quindi, niente è stato lasciato al caso.
Riflessioni e cambiamenti partendo dalla stagione 2022
Per quanto riguarda la Ferrari, c’è da dire che è dal 2009 che non è più veramente competitiva. In realtà è bastata quella stagione negativa per far pensare ai vertici che era ora di cambiare facendo fuori, nel corso di un paio d’anni, alcune delle figure artefici delle vittorie dell’era Schumacher e Raikkonen. Il tutto chiaramente ha causato un periodo di grossa instabilità con costanti cambi alla guida tecnica e sportiva della squadra.
In tutto questo, possiamo dire che la Ferrari nel 2022 ha avuto una macchina davvero competitiva e all'altezza della Red Bull; in alcune gare è stata anche superiore, vedi il GP d’Austria dove Leclerc ha superato per ben 3 volte in pista Verstappen.
Altra novità degna di nota: a metà stagione, per “motivi di sicurezza”, è stata introdotta la Direttiva Tecnica 39 (ora abrogata), che ha cambiato un po’ le carte in tavola. Questa direttiva è stata voluta principalmente dalla Mercedes con lo scopo, si vocifera, non di ottenere maggiore sicurezza, ma di avvicinare la propria macchina a Red Bull e Ferrari; ciò non ha fatto altro che favorire gli austriaci ed avvicinare fra loro Mercedes a Ferrari, che da quel momento ha avuto una involuzione pazzesca.
Se a questo aggiungiamo qualche problema di affidabilità e qualche errore di strategia fondamentalmente dovuto a frustrazione ed al tentativo di voler provare a far girare la sorte dal proprio lato, la situazione si spiega quasi da sola. L’ultima stagione è stata di transizione, con Binotto sostituito con Vasseur, che si è trovato a dirigere un progetto voluto e gestito già da altri; per vedere l’effetto Vasseur dovremo aspettare, probabilmente, fino al 2026, quando ci sarà un nuovo cambiamento regolamentare.
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