La seconda edizione della Abu Dhabi Autonomous Racing League ha scritto una pagina sorprendente per il motorsport, segnando un momento che potrebbe diventare simbolo dell’evoluzione tecnologica applicata alle corse. Daniil Kvyat, ex pilota di f1, è diventato il primo driver professionista ad essere sconfitto da una vettura completamente autonoma in una sfida testa a testa sul circuito di Yas Marina. Un risultato che ha fatto rapidamente il giro del mondo, mostrando come l’intelligenza artificiale, quando portata al limite, possa avvicinarsi in modo concreto alle prestazioni di un pilota esperto. La sfida, concepita come un confronto diretto sulle capacità di guida pura, ha confermato quanto le competizioni autonome stiano crescendo sia in precisione sia in credibilità.

Kvyat più veloce, ma l’IA sorprende sul passo gara

Nella lotta contro l’algoritmo, il pilota russo ha fatto segnare il miglior giro in 57,57 secondi, mentre la vettura autonoma ha fermato il cronometro a 59,15. Un margine che testimonia come l’esperienza umana resti ancora un riferimento assoluto nella gestione di traiettorie, frenate e sensibilità di guida. Ma la parte davvero sorprendente è arrivata nei dieci giri di confronto diretto: l’auto autonoma godeva di un vantaggio di dieci secondi, un margine che Kvyat ha progressivamente ridotto fino a portarlo a poco più di un secondo e mezzo al termine della prova. Per gli ingegneri coinvolti nel progetto, questo duello rappresenta una verifica preziosa del modo in cui gli algoritmi apprendono, correggono errori e ottimizzano i propri parametri giro dopo giro, confermando che l’intelligenza artificiale è ormai capace di sostenere un ritmo di gara credibile nella f1 formula 1.

Una sfida che anticipa il futuro del motorsport

Il risultato finale, con Kvyat comunque davanti nella somma dei tempi, resta simbolico più che numerico. È il segnale di un cambiamento culturale: non si tratta più soltanto di sviluppare vetture autonome per scopi stradali, ma di portarle in un ambiente competitivo dove ogni parametro è spinto al limite. L’abilità umana nel gestire pressione, improvvisi cambi di grip e micro-variazioni della pista rimane inimitabile, ma la costanza dell’IA, la precisione e la capacità di adattamento stanno diventando fattori reali nella sfida tecnologica. In un mondo in cui la sperimentazione è sempre più centrale nelle serie motoristiche, la gara di Abu Dhabi apre una serie di interrogativi su ciò che potrà essere il motorsport del futuro, un dialogo costante tra intuizione umana e calcolo algoritmico nella f1 oggi.

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Sezione: News / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 14:00
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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