Il team principal Ferrari, Vasseur si è lasciato andare a un’analisi schietta e ricca di retroscena sul primo anno di Lewis Hamilton in rosso, un percorso tutt’altro che agevole per il sette volte campione del mondo. “Molti tendono a ignorare la complessità della sfida che Lewis ha dovuto assumersi arrivando in Ferrari,” ha confessato Vasseur. La stampa, i tifosi e anche gli avversari hanno sottovalutato il peso di staccarsi da quasi vent’anni in Mercedes, senza dimenticare i trascorsi McLaren, per immergersi in una realtà completamente diversa come quella del Cavallino. Cambiare compagni di lavoro, mettersi alla prova con un’altra cultura, decifrare nuovi software e tecnologie, imparare un altro modo di comunicare e persino un’altra musicalità tra le mura di Maranello: ogni aspetto rappresenta, secondo Vasseur, “una rivoluzione personale che non va data per scontata”. Lo stesso Hamilton, tra rituali in factory e le prime volte in tuta rossa davanti allo specchio, ha ammesso di percepire tutto sulla propria pelle, tra l’entusiasmo e la responsabilità di chi deve adattarsi velocemente ma senza perdere la propria identità sportiva.

L’approdo di Hamilton in Ferrari ha acceso la macchina del tempo dei ricordi nel paddock ma anche acceso pressioni inedite, come ribadito da Vasseur: “Se pensiamo che cambiare ambiente, team, linguaggio tecnico, persino la posizione dei comandi sul volante sia una semplice formalità, sbagliamo di grosso.” Il percorso di adattamento è costellato tanto di momenti pubblici quanto di una miriade di dettagli privati, spesso invisibili a chi osserva superficialmente. La squadra, dal più giovane meccanico al responsabile di reparto, si è trovata a ritarare ogni minima procedura attorno all’arrivo della nuova stella, mentre Lewis ha dovuto apprendere, non senza fatica, le sottigliezze di una casa estremamente esigente e schiva nei confronti dei cambiamenti esterni. Il passaggio del testimone da Sainz non è solo stato una questione di numeri o di ruoli ma uno shock di sistemi: Hamilton si è infatti trovato a fronteggiare riti e aspettative tipicamente italiane, lontane miglia dall’ambiente anglosassone a cui era abituato. Le prime uscite in pista hanno richiesto totale concentrazione per assimilare sia il nuovo feeling con la monoposto sia la pressione dei tifosi, ben nota a chiunque abbia indossato questa livrea leggendaria. Poi, l'adattamento è andato avanti fra alti e bassi e una monoposto non costruita sul suo stile.

Da Maranello trapela che il cammino resta ancora disseminato di ostacoli, almeno per questo 2025, ma Vasseur punta i riflettori sulla volontà di Hamilton di costruire, giorno dopo giorno, una sintonia con la cultura Ferrari in tutta la sua complessità e prenderla per mano nel 2026. Accanto ai momenti di show business, c’è la consapevolezza tecnica che solo il lavoro costante e una predisposizione al cambiamento possono portare risultati concreti. “Non bisogna essere sentimentali, ma nemmeno sottovalutare cosa significhi riscrivere le proprie abitudini dopo un ventennio di comfort e certezze,” ha ribadito il team principal ai microfoni del sito ufficiale della Formula 1. 

Sezione: News / Data: Dom 10 agosto 2025 alle 19:56
Autore: F1N Redazione
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