Il 2021 rappresenta l’ultima possibilità per vincere il titolo mondiale nella carriera di Valtteri Bottas. Probabilmente dal nuovo corso del 2022 vedremo il dualismo tutto inglese tra il Re e il pretendente alla Corona per ora relegato ai margini del Regno e per l’outsider finlandese non ci sarà più lo spazio di manovra. Ma prima di tutto questo c’è un 2021 dove Bottas dovrà ricostruirsi un’immagine battagliera per andare a contendere il titolo mondiale al compagno di squadra e a Max Verstappen, dato da tutti davanti anche all’ex Williams.

Prima però perdiamoci in una riflessione su come si vince in uno sport dominato da un titano come Hamilton: nell’epoca di dominazione Mercedes l’unico a strappare un titolo all’inglese è stato il compagno di squadra Nico Rosberg che ha dovuto diventare un tibetano delle macchine da corsa pur di ottenere il titolo mondiale. È entrato nella testa del compagno, gli è andato addosso più di una volta, gli ha incrinato le certezze, ha posizionato la battaglia nella fanghiglia, nelle crepe psicologiche, sulla resistenza e sulle sportellate. Insomma, ha dovuto sporcarsi le mani pur di battere il campione della sua epoca. Proprio questo è stato rimproverato a Bottas: l’eccessiva galanteria, la poca decisione nelle varie curve 1 dove alzava il piede piuttosto di andare deciso ruota a ruota contro Hamilton, l’assenza di animus pugnandi da parte del finlandese ha attirato molte critiche nei suoi confronti (soft, incapace di elevare il suo talento nei momenti importanti, pilota dal poco talento che va avanti solo con una macchina perfetta) e nei confronti della Mercedes, rea di assecondare le volontà di Hamilton, non metterlo in difficoltà, tenendo un secondo pilota non all’altezza del retaggio della squadra. Da qui la riflessione: bisogna davvero sporcarsi le mani per vincere? Bisogna far soffrire psicologicamente il diretto avversario per avere una chance? Usare il lessico da battaglia o violento come la freddezza dell’assassino o sorpasso violento o addirittura mandare fuori il compagno alla prima curva serve per vincere un mondiale? Bottas sembra non aver intenzione di scendere nella fanghiglia come il predecessore teutonico e, forse, anche per questo non ne sarà mai all’altezza. In uno sport che per definizione è estremo, l’opinione pubblica sembra essersi polarizzata tutta da una parte: o sei un fenomeno e vinci per manifesta superiorità o con la galanteria non vai da nessuna parte.

Il finlandese è il vero sconfitto di questo 2020: mai realmente in gara per il titolo mondiale, sverniciato in Bahrain dal giovane rampante Russell, un secondo posto conquistato più per problematiche della Red Bull che per suoi reali colpi di classe. Se dovesse rimanere tutto così anche nel 2021, potremmo discutere sul senso del suo rinnovo in Mercedes ma, in cuor nostro, crediamo che, messo alle spalle al muro, Bottas tiri fuori qualcosa.

Nessuna discussione sulle gerarchie ai nastri di partenza: Hamilton è davanti a tutti, poi c’è Verstappen di una Red Bull molto fiduciosa (come tutti gli anni d’altronde) e poi arriva il finlandese su cui nessuno punta una fiches. Perché puntare su Bottas? Perchè è l’ultimo occasione per arrivare al traguardo di una vita, perché potrebbe chiudere come Rosberg e poi far il drop mic e annunciare il ritiro, perchè Hamilton ha tirato alla lunga il rinnovo contrattuale e non è un segnale meraviglioso, perchè il talento c’è sia in qualifica che in gara, ma bisogna lavorare sulla costanza. Bottas si perde durante la gara di testa e, soprattutto, si perde quando non fa la gara di testa. Nelle domeniche No della Mercedes il finlandese è sempre colato a picco in maniera inquietante, mentre Hamilton, nei momenti di difficoltà, ha sempre tirato giù prestazione al limite dell’epico.

Se Bottas vuole vincere, questo è il momento, è l’ultima chance perchè difficilmente troverà un sedile di livello nel 2022 (Alpha Tauri e Alpine ne offrono uno, ma bisognerà vedere). Gareggiare per il puro gusto di farlo denota una grandissima passione per il lavoro che si fa, ma sarebbe delittuoso aver avuto tutte queste possibilità di diventare campione del mondo e non avere sfruttate a pieno. A Bottas la scelta: proseguire sulla galanteria o fare come Rosberg?

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 febbraio 2021 alle 11:06
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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