L’ascesa di Arvid Lindblad nel panorama della Formula 2 ha creato non poca curiosità, soprattutto dopo che il pilota britannico del Red Bull Junior Team ha raccontato il suo particolare legame con Lewis Hamilton. Nonostante appartenga a una generazione nuova e agguerrita, Lindblad non ha mai nascosto di aver sentito una connessione autentica con il sette volte campione del mondo, proprio perché, durante la fase in cui iniziava ad appassionarsi seriamente a questo sport, Hamilton dominava le scene in Formula 1. Oltre all’impressionante curriculum sportivo, ciò che ha colpito Arvid è stata la rappresentatività del pilota Mercedes come unico pilota di colore nella massima categoria, un aspetto che lui stesso ha sentito vicino per la sua identità multietnica. Lindblad ha poi raccontato che il debutto di Hamilton in F1 è coinciso con il suo anno di nascita, creando in lui una specie di “filo rosso” personale, già quando era un bambino di sette-otto anni.

Il percorso di Lindblad, appena al debutto nella categoria cadetta con il team Campos Racing, si sta già rivelando straordinario: dopo la vittoria nella Sprint di Jeddah — ottenuta grazie alla penalità inflitta a Verschoor — e il successo nella Feature Race in Spagna, il giovane talento si è subito imposto tra i protagonisti dell’anno, attestandosi settimo nella lotta mondiale e infrangendo record di precocità come più giovane vincitore di sempre in F2. Pur vivendo ora un contesto concentrato sulle prestazioni e sulla rincorsa alla Formula 1, Lindblad non dimentica il valore della diversità e quanto conti “vedere qualcuno che ti somiglia al vertice dello sport”. Con il passare degli anni, ha maturato una prospettiva più adulta: oggi sostiene di non idolatrare nessuno degli attuali piloti di F1, preferendo invece avere rispetto per tutti, consapevole dell’altissimo livello di performance richiesto nella disciplina e dell’equilibrio mentale necessario per reggere la pressione continua del motorsport di vertice.

Ciò che colpisce dell’approccio di Lindblad è la sincerità con cui racconta il proprio passato di tifoso e il percorso di crescita personale: da bambino ispirato dalle imprese di Hamilton a giovane professionista che riconosce il valore collettivo della griglia di Formula 1 senza creare idoli assoluti: "Quando ho iniziato a dedicarmi di più a questo sport, Lewis stava vincendo molto. Essendo ovviamente di colore, e anche io di colore, ho sentito subito una certa connessione con lui. È stato un po’ strano, ma il fatto che il suo primo anno in F1 fosse proprio l’anno in cui sono nato mi ha fatto sentire un legame speciale fin da quando avevo sette o otto anni. Oggi non idolatro più nessuno in Formula 1, ma ho un grande rispetto per tutti i piloti: il loro livello di prestazione è davvero impressionante e li ammiro molto."

 
Sezione: News / Data: Dom 10 agosto 2025 alle 20:02
Autore: F1N Redazione
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